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STUDI MILITARI




                  Tra le voci di sdegnosa riprovazione morale si sentì quella del Pastore val-
             dese Pietro Panascia, il quale fece affiggere a Palermo un manifesto intitolato
             Iniziativa per il rispetto della vita umana, ove sollecitava i credenti a contrap-
             porre il comandamento di Dio di non uccidere all’orrore della carneficina di
             Ciaculli .
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                  Sebbene  in  quel  testo  non  vi  fosse  stampato  esplicitamente  il  termine
             ‘mafia’, quel manifesto fu di certo antesignano di una presa di posizione dei cre-
             denti su quel fenomeno, poiché anticipava la radicale distanza del sentire reli-
             gioso dalle pratiche dell’appartenenza all’organizzazione e ai costumi mafiosi.
             Infatti, anticipava profeticamente la consapevolezza che il messaggio cristiano
             doveva imporre forti e coerenti prese di posizione dinanzi alla sequenza dei
             delitti degli uomini e delle forze del male che a Ciaculli avevano dimostrato di
             fare della violenza l’unica legge della loro esistenza sostituendosi, in tal modo
             peccaminoso, alla potenza del Creatore e Signore della vita.
                  Circa l’importanza dell’iniziativa del Pastore Panascia si rese subito conto
             il nuovo Pontefice Paolo VI il quale, tramite il Sostituto della Segreteria di Stato
             vaticana,  Mons.  Angelo  Dell’Acqua,  fece  pervenire  il  cinque  agosto  a  Sua
             Eminenza il Cardinale Ernesto Ruffini, Arcivescovo di Palermo, una nota nella
             quale si sottolineava l’opportunità che anche la Diocesi palermitana si pronun-
             ciasse  sull’accaduto  condannandolo,  altrettanto,  secondo  l’insegnamento  di
             Cristo. Il Cardinale Ruffini, nel rispondere a sua volta, alla Segreteria di Stato
             intendeva preservare la Chiesa palermitana dalla furia di alcune agitate polemi-
             che, perché temeva che si stesse approfittando di quella strage criminale per
             mettere  in  atto  un  attacco  sulle  di  lei  eventuali  compromissioni  con
             l’Amministrazione comunale vigente mentre, nello stesso tempo, adombrava il
             sospetto che dietro il messaggio del Pastore valdese si nascondesse l’intento di
             far  proselitismo  confessionale,  ragion  per  cui,  secondo  l’Arcivescovo  di
             Palermo,  molti  strumentali  e  spiacevoli  fraintendimenti  si  sarebbero  potuti
             costruire politicamente e polemicamente nel caso di una pubblica dichiarazione
             della Diocesi .
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             3    Pietro Valdo Panascia era nato a Reggio Calabria il 13 aprile 1910. Divenne pastore valdese
                  nel 1937 e presto servizio nelle Comunità valdesi di Genova Sampierdarena, Campobasso,
                  Messina, Reggio Calabria ed infine nel 1956 a Palermo ove resse la locale Chiesa fino al 1970.
                  Mori a 97 anni il 20 ottobre 2007. Svolse a Palermo una intensa attività pastorale evangelica
                  prendendosi cura dell’ormai non più esistente degradato Cortile Cascino, diresse dal 1970 al
                  1983 il Centro Diaconale ‘La Noce’, si adoperò durante il terremoto del Belice del 1968 per
                  realizzare a Vita il ‘Villaggio Speranza’ ove furono ospitati in venti villette alcune famiglie che
                  avevano avuto distrutta l’abitazione. Collaborò con il sociologo progressista Danilo Dolci. Il
                  Manifesto fu pubblicato il 7 luglio 1963 e ripubblicato in A. Cavadi, Il Vangelo e la lupara, edi-
                  zioni Dehoniane, Bologna 1994, p. 211.
             4    S. Em.za il Cardinale Ernesto Ruffini, nato a San Benedetto Po il 19 gennaio 1888 e deceduto

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