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SCIENTIAE
Non essendo il farmacista tenuto a tracciare in uscita la vendita al detta-
glio, salvi i profili strettamente fiscali, si perderebbe completamente traccia dei
successivi passaggi dei medicinali non venduti al pubblico. Tale situazione cree-
rebbe un’evidente distorsione del sistema. Da un lato, sottrarrebbe il prodotto
alla disponibilità del cittadino, per essere reintrodotto nella catena distributiva
senza alcuna certezza sulla destinazione finale, in ipotesi anche un’esportazione
all’estero ove il mercato è attestato su prezzi mediamente più alti, con possibile
immediata indisponibilità del prodotto sul mercato nazionale e, in definitiva,
con pregiudizio alla programmazione nazionale che preserva livelli di assistenza
essenziali sul territorio al fine di garantire la salute e il benessere collettivo».
9. Conclusioni
Il fenomeno riscontrato e descritto realizza indubbiamente l’inversione
della filiera del farmaco a opera di farmacie a beneficio dei grossisti, alla quale
consegue la perdita della possibilità di tracciamento delle movimentazioni dei
medicinali all’interno della banca dati del Ministero della Salute.
La possibilità per i titolari di farmacia (o società titolari) di detenere anche
un’attività di distribuzione all’ingrosso ha fatto ritenere possibile la sovrapposi-
zione dei due profili autorizzativi, non consentita dalla normativa, agevolando
il transito inverso di farmaci dalla farmacia al grossista esclusivamente per fina-
lità di profitto.
Tale condotta, indipendentemente dalle sanzioni penali e/o amministrati-
ve applicabili, deve essere stigmatizzata con decisione poiché in contrasto con
i principi dell’assistenza farmaceutica sul territorio e foriera di rischi per la salu-
te pubblica. Infatti, sebbene apparentemente di modesta gravità e superficial-
mente considerabile come non particolarmente incisiva per il buon andamento
del servizio farmaceutico, può lasciare spazio a fenomeni criminali di più ampia
portata, come il traffico illegale di farmaci e fenomeni di contraffazione. I far-
maci che escono dalla normale filiera distributiva con modalità non regolari
potrebbero potenzialmente ritrovarsi sul mercato con una sorta di «invisibilità»
poiché privi dei requisiti di tracciabilità, tanto da assumere la connotazione di
«farmaci contraffatti» ai sensi del d.lgs. n. 219/2006.
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