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OSSERVATORIO INTERNAZIONALE
Questo tipo di attività non è di recente concezione: sebbene esistano
esempi ancor più risalenti, basti pensare alla figura di Thomas Edward
Lawrence. Attorno agli anni Venti del secolo scorso, in qualità di attaché militare
del Foreign Office di Londra, quello che verrà poi conosciuto sotto il nome di
“Lawrence d’Arabia” di fatto si occupò di organizzare ed addestrare alcune
tribù arabe a tattiche di guerriglia in funzione anti-Ottomana. Ben più recente-
mente l’assistenza militare che l’Iran fornisce agli Huthi in Yemen dimostra
altresì come questo tipo di attività non sia una prerogativa dell’Occidente
(Juneau, 2021).
Se le attività di assistenza securitaria stanno riscontrando un crescente inte-
resse sia in accademia sia fra i decisori politici non è quindi né per via di un’in-
trinseca novità di questo tipo di interventi, né in virtù di una loro particolare rile-
vanza nell’ambito di una specifica dottrina. Ciò che sembra costituire una rottu-
ra rispetto al passato, suscitando interesse per questo tipo di attività, è la fre-
quenza del ricorso a forme di assistenza securitaria a scapito di più ampie mis-
sioni di costruzione e ricostruzione dell’apparato statale (statebuilding, S&R), o
di riforma del settore della sicurezza e della giustizia (SSR) di paesi target.
Il presente contributo si propone pertanto di indagare in che misura l’as-
sistenza securitaria possa costituire lo strumento centrale di un nuovo paradig-
ma di interventi internazionali. In primo luogo, si guarderà quindi allo sviluppo
nel tempo di queste attività, per poi focalizzarsi sul contesto contemporaneo.
Ciò consentirà infatti di delineare alcune caratteristiche rilevanti dell’assistenza
securitaria odierna. Sulla base di queste, l’articolo esporrà infine alcuni rischi
derivanti da questo tipo di attività.
2. L’assistenza securitaria ieri
Se la figura di Lawrence D’Arabia costituisce un suggestivo esempio del
passato, è in particolare durante la Guerra Fredda che le attività di force assistance
assumono un carattere costitutivo nelle relazioni internazionali. Laddove
Washington e Mosca rifuggono il confronto militare diretto, i due blocchi non
esitano a finanziare, armare ed addestrare fazioni contrapposte in conflitti locali
e regionali.
L’attenzione però non viene portata tanto sull’assistenza militare in sé,
quando più sulle motivazioni che spingono le due superpotenze a finanziare
conflitti minori in teatri secondari. Si configura così quella che si definisce come
“guerra per procura” (Bar-Siman-Tov, 1984), la cui - ampiamente dibattuta -
caratteristica principale sarebbe la delega della “guerra guerreggiata” ad attori
locali.
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