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I BOSCHI VETUSTI: AVERNE CURA OGGI PER IL NOSTRO FUTURO DI DOMANI
Pur con il limite che la sentenza sia riferita a una Riserva Regionale, e non
a una Riserva Nazionale, il caso di cui si è trattato nel paragrafo 4 crea un pre-
cedente giurisprudenziale per il quale, non solo una foresta vetusta viene pro-
tetta in modo integrale non consentendone il taglio ma, analogamente, anche
un bosco che non sia stato qualificato come vetusto acquisisce lo stesso livello
di tutela.
La sentenza riconosce, pertanto, l’intangibilità delle unità assestamentali
(particelle) escludendo gli interventi antropici senza preventivi provvedimenti
normativi.
Questo costituisce il primo caso in cui alcuni gruppi portatori di interessi,
come le Associazioni ambientaliste e la cittadinanza, attraverso un’opposizione
alla realizzazione di tagli hanno determinato la creazione, di fatto, di una riserva
integrale ope legis ovvero un’area avente lo stesso regime di tutela pur non aven-
do ricevuto alcun Decreto di istituzione come tale.
In questa visione possiamo considerare comunque sempre utile continua-
re a difendere i boschi vetusti italiani non monumentali garantendo loro un
Decreto di istituzione che ne sancisca il riconoscimento e la tutela normativa.
Fermi restando i singoli luoghi nelle realtà regionali ove insistono comunità di
esemplari già invecchiati e dove sono già instaurate dinamiche di maturità, tra
tutte le Riserve gestite dall’Arma di Carabinieri vi sono almeno due foreste che
possiedono caratteristiche tali da poter essere immediatamente candidate a
divenire Riserve Naturali Integrali:
la Foresta Demaniale della “Valle Infernale” nel Parco Nazionale
dell’Aspromonte;
la Riserva Naturale Biogenetica del “Monte Gariglione-Pisarello” posta
all’interno del Parco Nazionale della Sila.
Entrambe queste aree protette ricadono nella zona “A” dei rispettivi Parchi
Nazionali nei quali sono poste, costituendone la parte più naturale e preziosa.
Va premesso che esse, in virtù dell’appartenenza alla zona “A”, godono di
una protezione che esclude che possano essere effettuate al loro interno attività
che potrebbero comprometterne la tutela, così come altre Riserve Naturali o
Aree demaniali tra le quali citiamo “Quarto S. Chiara” in area A del Parco
Nazionale della Majella e “Feudo Intramonti” e la RNO “Colle di Licco” pari-
menti inserite in zona A del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise.
Ulteriore foresta da candidare al riconoscimento di Riserva Naturale
Statale Integrale potrebbe essere “la Riserva Naturale Orientata “Falascone”
nel Parco Nazionale del Gargano”, già riconosciuta dall’UNESCO patrimonio
naturale dell’Umanità ed estesa solo 48 soli ettari.
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