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I BOSCHI VETUSTI: AVERNE CURA OGGI PER IL NOSTRO FUTURO DI DOMANI



               disciplina di due categorie afferenti al concetto di foresta vetusta, ovvero quella
               dei “Boschi vetusti monumentali” e quella del “Bosco vetusto”, classificazione
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               introdotta a seguito del decreto Clima del 2019 .
                    I boschi vetusti “monumentali” sono caratterizzati da specifici requisiti di monu-
               mentalità, ovvero la particolare importanza naturalistica, culturale o paesaggistica ,
                                                                                          16
               quindi per attributi che possono essere riferiti alla forma, età o dimensioni dell’albero
               ma anche per aspetti storici o legati alla memoria che ne determinano un interesse
               alla conservazione e cura. Il bosco vetusto monumentale viene inserito nell’Elenco
               nazionale degli alberi monumentali e dei boschi vetusti d’Italia e ottiene una speciale
               tutela giuridica per cui ogni attività, siano le potature, i tagli o gli abbattimenti che
               devono tendere al miglioramento e conservazione degli esemplari, è soggetta ad
               autorizzazione comunale e garantita da importanti sanzioni amministrative .
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                    I boschi vetusti “non monumentali” presentano le tre caratteristiche essenziali pre-
               viste dalla legge: presenza di specie autoctone spontanee coerenti con il contesto
               biogeografico, biodiversità derivata dall’assenza di disturbi da almeno sessanta anni
               e presenza di stadi seriali legati alla rigenerazione ed alla senescenza spontanee . A
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               questi boschi la norma riserva una speciale disciplina che impone lo strumento del
               “Piano di gestione e monitoraggio”, principale strumento amministrativo di prote-
               zione. I boschi vetusti che siano stati riconosciuti dalle Regioni e iscritti nella Rete
               nazionale dei boschi vetusti, istituita presso il Ministero dell’agricoltura, della sovra-
               nità alimentare e delle foreste, sono differenziati dalla generalità dei boschi renden-
               do per essi incompatibili le disposizioni del Testo Unico sulle trasformazioni .
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                    I boschi vetusti non monumentali hanno, pertanto, una disciplina che si
               fonda su due principali strumenti: il “Piano di gestione e monitoraggio” e la
               “Rete Nazionale dei boschi vetusti” .
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                    Il primo fornisce importanti indicazioni sulle misure di gestione e tutela del
               bosco e, quindi, sulle attività attuabili per il conseguimento della conservazione
               mentre il secondo offre un confronto fra le diverse linee operate dalle Regioni,


               15   D.L. n. 111 del 14 ottobre 2019, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 141 del 12
                    dicembre 2019, in GU n. 292 del 13 febbraio 2019.
               16   La disciplina ha modificato la legge n. 10 del 14 gennaio 2013, recante norme per lo sviluppo
                    degli spazi verdi urbani, in GU n. 27 del 1° febbraio 2013, art. 7, commi 1-bis, 2 e 3.
               17   Circolare MASAF 14 gennaio 2013 n. 10 stabilisce una sanzione amministrativa da euro
                    5mila a euro 100mila per tagli e abbattimenti non autorizzati o difformi.
               18   Art. 3, comma 2, lettera s-bis, del Testo unico.
               19   Ci si riferisce a quanto disposto dall’art. 8 del Testo Unico sugli interventi di trasformazione
                    del bosco che appaiono in contrasto con quanto previsto dall’art. 7 comma 13-bis che accor-
                    da particolare protezione ai boschi vetusti.
               20   Decreto del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, 5 aprile 2023,
                    n. 193945, in GU n. 138 del 15 giugno 2023.

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