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I BOSCHI VETUSTI: AVERNE CURA OGGI PER IL NOSTRO FUTURO DI DOMANI
Ciò accadeva in un periodo storico nel quale non si parlava ancora di
ambiente, biodiversità, sostenibilità, servizi ecosistemici o sink di carbonio, il
che obbliga a riconoscere questa intuizione di Clauser come uno straordinario
servizio offerto da chi operò al servizio dello Stato da visionario, da uomo
capace di pensare ad un futuro possibile per la Natura in una società in cui il
progresso industriale e il boom economico erano considerati i punti cardine
dello sviluppo.
Uomini come Clauser ci hanno indicato da tempo la strada per lo sviluppo
sostenibile: destinare una parte del territorio alla conservazione della natura.
Anche oggi, come nel periodo del boom economico, sotto la spinta della
cosiddetta bioeconomia si rischia di perdere una parte di quella natura selvag-
gia che si sta diffondendo da decenni grazie all’abbandono delle aree interne
ed è fondamentale che venga garantita la gestione unitaria che contraddistin-
gue le Riserve Naturali Statali, che ora fa capo al Raggruppamento
Biodiversità dell’Arma dei Carabinieri. A questi territori, in passato, è stata
garantita la salvaguardia ed essi hanno potuto supportare preziose ricerche
scientifiche svolte, in collaborazione con i maggiori atenei italiani e stranieri.
Come nel passato, anche oggi è necessaria una gestione unitaria, attraverso
una struttura in grado di declinare sia le azioni, e anche le “non azioni”,
necessarie per rispettare il ruolo e l’importanza di queste aree a grande natu-
ralità. Esse hanno trovato riconoscimento, non solo nel mondo accademico e
nella normativa europea, ma anche nell’opinione pubblica sempre più coin-
volta in questioni legate ai temi della salvaguardia dell’ambiente grazie alla
capillare attività di educazione ambientale svolta dai Reparti Carabinieri
Forestali che le hanno in gestione.
Proprio in questa ottica sono fondamentali tutte le azioni mirate ad
ampliare questo capitale naturale attraverso l’inclusione di nuovi lembi di terri-
tori con quei connotati di alta naturalità, tali da essere assimilati a foreste vetu-
ste, anche frammentati purché connessi attraverso “corridoi ecologici” ovvero
canali per lo spostamento di animali e pollini, che consentano scambi genetici
tra popolazioni e habitat.
I termini di ampliamento di questo capitale naturale sono afflitti dalla scar-
sità di territori disponibili con le caratteristiche tali da poter diventare boschi
vetusti perché oggettivamente, dopo secoli di sfruttamento del territorio in
Europa, che ha determinato densità di popolazione altissima (in Italia vivono
circa duecento persone per chilometro quadrato), si può tranquillamente affer-
mare che siano scomparse le aree contigue, prive di impatto umano, aventi delle
dimensioni considerevoli.
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