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I BOSCHI VETUSTI: AVERNE CURA OGGI PER IL NOSTRO FUTURO DI DOMANI
Non dimentichiamo anche che la vita degli alberi viene precocemente
interrotta da eventi esterni non dipendenti dalla Natura bensì indotti dall’Uomo,
come le utilizzazioni boschive che inducono tagli destinati a fornire legna o
legname, come gli incendi boschivi che riducono in cenere la biomassa legnosa
accumulata o come i disturbi naturali, sebbene in condizioni ideali la vita degli
alberi potrebbe proseguire fino ad età mirabili, anche superiori al millennio.
I boschi vetusti offrono lembi di territorio piuttosto vicini al concetto di
foresta vergine o primeva/primordiale, ma assolutamente non equiparabili tra loro:
nei boschi vetusti gli interventi antropici sono stati esclusi per un considerevole
lasso di tempo e gli equilibri naturali hanno ritrovato la loro massima espressio-
ne consentendo un recupero delle funzioni e della massima resilienza.
L’assenza o l’abbandono delle attività selvicolturali fanno sì che i processi
naturali, con l’aiuto del tempo, riacquistino la dominanza nel guidare le dinamiche
ecosistemiche. Deve essere chiaro che trovare in Europa una foresta vergine, ovve-
ro un luogo incontaminato dalla presenza umana, è pressoché impossibile: bran-
delli di foresta “primordiale, intatta e centenaria” secondo la definizione della FAO
vengono rilevati solo in alcune aree dei Carpazi riconosciute come Patrimonio
dell’Umanità ed inserite nella World Heritage List da parte dell’UNESCO .
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La foresta inserita in una riserva integrale, invece, offre un valore aggiunto
proprio per la mancanza di attività antropiche, presupposto cardine della loro
istituzione, che mira a preservare le dinamiche naturali di particolari biotopi e
habitat. È infatti ben noto nella biologia della conservazione che le attività sel-
vicolturali, anche quelle a più basso impatto ambientale, possono interagire
anche seriamente con quei processi naturali che sottendono strutture, compo-
sizioni e funzioni necessarie per conservare la biodiversità nemorale .
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L’Arma ereditando, fra le altre, la mission di conservazione del patrimonio
naturale italiano delle 131 Riserve Naturali Statali e delle 12 Integrali (Figura 1),
è divenuta erede della custodia di un prezioso concentrato di biodiversità in cui
sono presenti habitat e specie animali e vegetali di importante valore comunita-
rio ove l’estensione della protezione a livello integrale, secondo recenti studi
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ammonta allo 0,2%. Tali superfici vanno integrate con il 4,9% delle aree poste
nei parchi nazionali, giungendo al valore di 5,1% di protezione integrale su scala
nazionale.
5 Vedi https://whc.unesco.org/en/list/1133.
6 J. Nascimbene, G. Thor, P.L. Nimis (2019), Effects of forest managments in epiphitic lichens in tem-
perate deciduos forests of Europe - Review - Forest Ecology and managment, p. 298.
7 Roberto Cazzolla Gatti et alia, Analysing the distribution of strictly protected areas toward the
EU2030 target in Biodiversity and Conservation (2023) 32, pp. 3157-3174, disponibile all’URL
https://doi.org/10.1007/s10531-023-02644-5 consultato il 14 febbraio 2024.
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