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RUOLO DELL’ARMA DEI CARABINIERI




               7.  Ritiro armi ex articolo 39 TULPS
                    In occasione di eventi relativi alla sfera della violenza di genere, o comun-
               que già dal momento dell’intervento a seguito di lite in abitazione, le forze di
               polizia provvedono a verificare se i soggetti coinvolti risultino titolari o posses-
               sori di licenze autorizzative alla detenzione o al trasporto di armi.
                    L’art. 39 del TULPS permette infatti, agli ufficiali e agli agenti di pubblica
               sicurezza,  di  procedere  al  ritiro  immediato  delle  armi,  munizioni  e  materie
               esplodenti. Il verbale di ritiro e di prassi i documenti autorizzativi che legittima-
               no il possesso di armi (ad esempio il libretto personale per licenza di porto di
               fucile), sono trasmessi al Prefetto. Dopo aver vagliato la possibilità che i deten-
               tori possono abusare delle armi, il Prefetto emette un provvedimento di divieto
               ed invita a cederle a terzi o a un’armeria nel termine di centocinquanta giorni.
               In caso di mancata cessione, al provvedimento di divieto segue la confisca delle
               armi ritirate.

               8.  La formazione e il concetto di “fare rete”
                    L’impianto legislativo non può prescindere da una costante attività di sen-
               sibilizzazione socio-culturale, che vede protagoniste le Istituzioni tutte e i citta-
               dini.
                    Per quanto concerne l’Arma dei Carabinieri, già negli Istituti di formazio-
               ne di base (Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, Scuola Marescialli e Brigadieri
               articolata  sui  due  Reggimenti  di  Firenze  e  Velletri,  nonché  presso  le  Scuole
               Allievi  Carabinieri  di  Roma,  Torino,  Iglesias,  Campobasso,  Reggio  Calabria,
               Taranto) si procede alla formazione del personale che al termine del ciclo sco-
               lastico entrerà a diretto contatto con le vittime. Viene delineato il quadro nor-
               mativo, oltre ai principi e i protocolli internazionali che sorreggono l’apparato
               normativo e socio-culturale di prevenzione, contrasto e sensibilizzazione del
               fenomeno. L’attività di formazione coinvolge in primis il personale della Sezione
               Atti Persecutori che quotidianamente è a stretto contatto con le vittime, che
               fornisce un contributo qualificato ai frequentatori dei corsi di base e un suppor-
               to diretto al personale della linea territoriale, nonché un approfondito studio del
               fenomeno.

               9.  Il referente a livello Provinciale dell’Arma dei Carabinieri
                    A partire dal 2014, l’Arma dei Carabinieri ha avviato corsi di formazione
               in materia di “violenza di genere”, nei quali vengono formati i referenti inseriti
               nei Nuclei Investigativi dei Comandi Provinciali e Comandi Gruppo che si uni-
               scono agli operatori della “Rete Nazionale di Monitoraggio”.


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