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LA NATURA COMPLESSA DELL’AZIONE DISCIPLINARE DI CORPO
precisamente, i volontari in ferma prefissata con meno di dodici mesi di servi-
zio, gli allievi degli istituti di istruzione militare (scuole e accademie militari) ed
il personale in ferma che comunque fruisce degli alloggiamenti di reparto o di
unità navale.
In sintesi, privare il militare della libera uscita o obbligarlo a permanere in
un determinato spazio, che sia il proprio alloggio o un apposito locale della
caserma, risponde a una logica rieducativa e solo parzialmente ad una logica
giustiziale-retributiva. D’altra parte, la scelta delle concrete modalità di esecu-
zione della consegna e/o della consegna di rigore è rimessa ai comandanti com-
petenti che, in base a speciali ragioni di servizio o della disciplina, possono far
scontare queste sanzioni (limitatamente all’orario della libera uscita per la con-
segna e la consegna di rigore) presso l’alloggio, privato o di servizio del militare
Per le sanzioni disciplinari di corpo la finalità giustiziale-retributiva è soltanto
tendenziale, in quanto l’autorità titolare della potestà sanzionatoria esercita un ampio
potere discrezionale non solo in fase applicativa, ma anche in quella esecutiva.
La sanzione di corpo ha più propriamente una finalità di emenda, perché
in uno con il ristabilimento dell’ordine violato, l’interesse perseguito è la corret-
ta formazione militare del manchevole. Mediante detta sanzione si tende pro-
prio ad ottenere l’acquisizione da parte del punito della piena conoscenza delle
regole della compagine cui appartiene, limitandogli per un determinato periodo
la libera uscita, che è fondamentalmente uno spazio temporale (secondo gli
orari prestabiliti) e fisico (la si fruisce al di fuori dei luoghi militari) di parziale
libertà dalle regole disciplinari .
(22)
Peraltro l’obbligo di permanenza nel proprio alloggio o in un apposito spazio
della caserma, rende possibile, in caso di necessità e urgenza, di disporre dei puniti
con immediatezza. Storicamente e funzionalmente la vita militare è stata anche (e
soprattutto) attesa, un permanere in servizio in un luogo prestabilito, mai indivi-
duato a caso, che identifica la forza potenziale dello strumento militare, sempre
pronto ad intervenire in caso di necessità: proprio l’effettività di questa attesa attiva
è motivo di prevenzione e di dissuasione da offese esterne (o anche interne) .
(23)
(22) L’art. 1350, comma 2, com stabilisce che:
2. Le disposizioni in materia di disciplina militare, si applicano nei confronti dei militari che si trovino in
una delle seguenti condizioni:
a) svolgono attività di servizio;
b) sono in luoghi militari o comunque destinati al servizio;
c) indossano l’uniforme;
d) si qualificano, in relazione ai compiti di servizio, come militari o si rivolgono ad altri militari in divisa o
che si qualificano come tali.
(23) In letteratura Dino Buzzati ha reso vivido e tangibile il leit-motiv dell’attesa militare nel suo
capolavoro Il deserto dei tartari, nel quale un’intera vita personale e professionale si consuma
nella permanenza nella Fortezza Bastiani, in attesa del nemico.
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