Page 103 - Rassegna 2023-4
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MENTALITÀ MAFIOSA:
                     LA ‘NDRANGHETA COME FENOMENO ANTROPOLOGICO, SOCIALE E PSICOLOGICO




                    Lo scrittore pone al centro il concetto che l’organizzazione criminale non è
               un tutto indistinto ma esistente come un gruppo di mafiosi, quindi come un
               insieme di individualismi. Blok descrive gli uomini di mafia come middlemen-power
               brokers, cioè come intermediari tra le tre classi della società (indicate come conta-
               dini-popolazione-istituzioni). Fattore fondamentale nel libro è il periodo storico,
               cioè la Sicilia post-unitaria, in cui prevale un forte sentimento di malcontento
               sociale e arretratezza; i mafiosi sfruttano questo elemento a loro favore per insi-
               nuarsi nel tessuto sociale, in quelle zone vuote di rapporto tra la popolazione e lo
               Stato, inculcando nel cittadino la convinzione che l’organizzazione criminale sia
               un’istituzione al servizio della popolazione” .
                                                         (29)
                    Partendo quindi dallo studio antropologico si può arrivare ad analizzare il
               quadro di effetti che le condotte illecite sulla società e sul cittadino.
                    Il punto di vista antropologico può risultare di fondamentale importanza
               per  comprendere  la  realtà  mafiosa,  fornendo  chiavi  di  lettura  inaspettate,  in
               grado di rendere chiare situazioni che apparentemente risultino senza logica,
               come ad esempio il rapporto tra mafia e religiosità. Il fine principale dello studio
               antropologico è la conoscenza, cioè quello di mettere in luce le dinamiche inter-
               ne e il pensiero dei mafiosi.
                    In  riferimento  alla  ‘ndrangheta,  il  territorio  è  il  fattore  più  influente:  la
               Calabria era una regione fragile ed impaurita di fronte ad una modernità mal
               compresa, una società che, senza passato perché senza memoria, si ritrova inca-
               pace di pensare al futuro, polarizzata al maschile, intessuta di sessismo e violenza
               di genere e dove la violenza tra uomini si risolve ad essere luogo privilegiato
               della ordinaria dimensione relazionale, con tutto ciò che ne consegue.

               4.2. Identità mafiosa
                    Nell’uomo di mafia viene spesso riscontrato un Disturbo Antisociale di
               Personalità e tale disturbo non nasce da convinzioni intrinseche nella persona
               ma si crea e si evolve da processi di interazione. La carriera mafiosa è costruita
               intenzionalmente e molti antropologi considerano l’identità come un insieme di
               valori, atteggiamenti, orientamenti che generano un quadro di sentimenti e con-
               vinzioni attraverso i quali un soggetto si sente appartenente ad una realtà diver-
               sa, contraddistinta dal modus operandi tipico delle organizzazioni criminali.
                    Il punto cruciale della questione è che il mafioso decide di essere mafioso: deci-
               de di affiliarsi con la convinzione di ottenere vantaggi, ed è proprio su questa con-
               vinzione che le organizzazioni criminali fanno leva per incentivare il “reclutamento”.

               (29)  Cambridge University Press, The ‘noble bandit’ and the bandits of  the nobles: brigandage and local com-
                    munity in nineteenth-century Andalusia, 2009.

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