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MENTALITÀ MAFIOSA:
LA ‘NDRANGHETA COME FENOMENO ANTROPOLOGICO, SOCIALE E PSICOLOGICO
Lo scrittore pone al centro il concetto che l’organizzazione criminale non è
un tutto indistinto ma esistente come un gruppo di mafiosi, quindi come un
insieme di individualismi. Blok descrive gli uomini di mafia come middlemen-power
brokers, cioè come intermediari tra le tre classi della società (indicate come conta-
dini-popolazione-istituzioni). Fattore fondamentale nel libro è il periodo storico,
cioè la Sicilia post-unitaria, in cui prevale un forte sentimento di malcontento
sociale e arretratezza; i mafiosi sfruttano questo elemento a loro favore per insi-
nuarsi nel tessuto sociale, in quelle zone vuote di rapporto tra la popolazione e lo
Stato, inculcando nel cittadino la convinzione che l’organizzazione criminale sia
un’istituzione al servizio della popolazione” .
(29)
Partendo quindi dallo studio antropologico si può arrivare ad analizzare il
quadro di effetti che le condotte illecite sulla società e sul cittadino.
Il punto di vista antropologico può risultare di fondamentale importanza
per comprendere la realtà mafiosa, fornendo chiavi di lettura inaspettate, in
grado di rendere chiare situazioni che apparentemente risultino senza logica,
come ad esempio il rapporto tra mafia e religiosità. Il fine principale dello studio
antropologico è la conoscenza, cioè quello di mettere in luce le dinamiche inter-
ne e il pensiero dei mafiosi.
In riferimento alla ‘ndrangheta, il territorio è il fattore più influente: la
Calabria era una regione fragile ed impaurita di fronte ad una modernità mal
compresa, una società che, senza passato perché senza memoria, si ritrova inca-
pace di pensare al futuro, polarizzata al maschile, intessuta di sessismo e violenza
di genere e dove la violenza tra uomini si risolve ad essere luogo privilegiato
della ordinaria dimensione relazionale, con tutto ciò che ne consegue.
4.2. Identità mafiosa
Nell’uomo di mafia viene spesso riscontrato un Disturbo Antisociale di
Personalità e tale disturbo non nasce da convinzioni intrinseche nella persona
ma si crea e si evolve da processi di interazione. La carriera mafiosa è costruita
intenzionalmente e molti antropologi considerano l’identità come un insieme di
valori, atteggiamenti, orientamenti che generano un quadro di sentimenti e con-
vinzioni attraverso i quali un soggetto si sente appartenente ad una realtà diver-
sa, contraddistinta dal modus operandi tipico delle organizzazioni criminali.
Il punto cruciale della questione è che il mafioso decide di essere mafioso: deci-
de di affiliarsi con la convinzione di ottenere vantaggi, ed è proprio su questa con-
vinzione che le organizzazioni criminali fanno leva per incentivare il “reclutamento”.
(29) Cambridge University Press, The ‘noble bandit’ and the bandits of the nobles: brigandage and local com-
munity in nineteenth-century Andalusia, 2009.
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