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DOTTRINA
Lea Garofalo fece un primo gesto eclatante scegliendo di trasferirsi a
Milano, ignara del fatto che Carlo l’avesse scelta come compagna solo per acqui-
sire maggior prestigio agli occhi della cosca Garofalo.
Il secondo arrivò il 7 maggio 1996, quando il compagno e alcuni compo-
nenti della sua famiglia vennero arrestati per traffico di stupefacenti: durante un
colloquio in carcere, la ragazza comunicò al compagno la volontà di lasciarlo e
di voler portare via la figlia. La reazione fu violenta e immediata, tanto che inter-
vennero le guardie per sedare la lite. Madre e figlia abbandonarono dunque
Milano. Nel 2002 quando Lea, sotto casa, si accorse dell’incendio della propria
auto, capì che i Cosco erano sulle loro tracce e che lei e la figlia si trovavano in
pericolo. Decise di rivolgersi ai Carabinieri e di raccontare tutto ciò che, nel
corso degli anni, aveva visto e sentito a Pagliarelle come a Milano. Per le sue
dichiarazioni, la giovane donna e la figlia vennero inserite nel programma di
protezione. Le dichiarazioni di Lea non sfociarono in alcun processo (salvo poi,
nell’ottobre 2013, condurre all’arresto di diciassette persone in varie città italia-
ne) e per questo motivo le venne revocata la protezione. Nonostante il ricorso
vinto al Consiglio di Stato, nel frattempo i documenti falsi suoi e della figlia non
esistevano più” .
(24)
“Lea e la figlia il 20 novembre presero il treno che le avrebbe portate nel
capoluogo lombardo. Fu lo stesso Carlo Cosco ad invitarle. Si trattava di una
trappola: l’ex-compagno era a conoscenza della difficile situazione economica
delle due donne e chiese a Denise di raggiungerlo. Lea, che aveva a cuore il
futuro della figlia più di ogni altra cosa, decise che non l’avrebbe fatta partire
da sola. Nel pomeriggio del 24 novembre, Lea e Denise decisero di concedersi
una passeggiata per Milano. Cosco le raggiunse, prendendo la figlia e accompa-
gnandola a casa del fratello Giuseppe Cosco, per farla cenare e poi salutare zii
e cugini. Poi l’uomo andò all’Arco della Pace, dove aveva appuntamento con
Lea Garofalo. L’omicidio si consumò intorno alle 19:10, in un appartamento di
piazza Prealpi 2 a Milano, di proprietà della nonna di un amico dei Cosco. Il
corpo di Lea Garofalo venne poi trasportato su un terreno a San Fruttuoso e
lì distrutto” .
(25)
L’omicidio della Garofalo vuole essere una testimonianza della violenza e
dell’efferatezza caratteristica della ‘ndrangheta e dei suoi affiliati. Proprio la vio-
lenza è infatti uno dei fattori psicologici che contraddistingue la mafia calabrese
che attraverso l’utilizzo di dinamiche efferate vuole dare un monito a chi intende
opporsi alla loro volontà.
(24) Libera, Lea Garofalo, il coraggio di opporsi, 2015.
(25) Marika Demaria, La scelta di Lea - Lea Garofalo. La ribellione di una donna della ‘ndrangheta, 2013.
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