Page 28 - Rassegna 2023-4_Inserto
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ALESSANDRO CARUSO
Ciò, tuttavia, fa sorgere un’ulteriore criticità: se il tentativo richiede che gli
atti siano diretti in modo non equivoco alla realizzazione della condotta, e che
questa poi non si sia del tutto perfezionata, quali sono, nel caso di specie, gli atti
diretti a sostituire, trasferire o a far altro in modo da ostacolare l’identificazione
dell’origine illecita? Cioè, come si può distinguere, e quindi dimostrare e prova-
re, un tentativo punibile di riciclaggio da meri atti preparatori che di per sé non
sono ancora offensivi del bene giuridico tutelato, oppure che ancora il reo
potrebbe impedire che diventino condotta di un delitto consumato, o che addi-
rittura di per sé sono atti leciti, come la semplice apertura di conto corrente
bancario, o la concessione di fido ? La difficoltà maggiore, in concreto, in
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materia di tentativo, attiene il profilo probatorio della non equivocità degli atti,
più che della loro unidirezionalità, combinata con la modalità di ostacolare. Un
confine un po’ troppo ampio, labile e sottile da dimostrare processualmente.
Ulteriore profilo discusso attiene l’ipotesi in cui il soggetto ponga in essere
più condotte di riciclaggio sullo stesso oggetto del reato. Non si tratta dell’ipo-
tesi del cosiddetto riciclaggio mediato, ma di plurime condotte tipizzate dal legi-
slatore, che il reo compie sullo stesso bene: si pensi a operazioni di sostituzione
e di trasferimento sullo stesso oggetto. Secondo alcuni , si configurerebbe qui
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un delitto abituale, laddove secondo altri si verterebbe nell’ipotesi del reato con-
tinuato . La Suprema Corte, invero, pur confermandone la natura di reato
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istantaneo, ha ritenuto lo stesso potenzialmente capace di atteggiarsi a reato
permanente quando il suo autore lo progetti ed esegua con modalità frammentarie e pro-
gressive , definizione, tuttavia, che sembra esprimere una confusione tra la
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nozione di reato continuato e la nozione di reato permanente. A tal fine, si
ricorda brevemente che il reato continuato è una fictio iuris con cui si ritiene un
unico reato quelli che tecnicamente sono più reati, uniti da un medesimo dise-
gno criminoso, per un fine prevalentemente sanzionatorio, volto ad evitare
cumuli di pene non funzionali nel caso di specie.
Il reato permanente, invece, è un unico reato, che si perfeziona una sola
volta, con un’unica condotta, ma protratta nel tempo per volontà del reo. È dif-
ficile, infatti, che a parità di condotte, di per sé limitate in archi temporali non
persistenti, quali la sostituzione o il trasferimento o operazioni simili, il delitto
di riciclaggio possa rivelarsi sia a consumazione istantanea che permanente.
(53) Cfr. E. Musco (a cura di), op. cit.
(54) Cfr. M. Zanchetti, Art. 648 bis c.p., in A. Crespi, G. Forti, G. Zuccalà (a cura di), Commentario
breve al codice penale, Padova, 2008.
(55) Cfr. S. Seminara, L’impresa e il mercato, in C. Pedrazzi, A. Alessandri, L. Foffani, S. Seminara,
G. Spagnolo, Manuale di diritto penale dell’impresa, Bologna, 2000.
(56) Cfr. Cass. Pen. n. 29611 del 2016.
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