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SICUREZZA GLOBALE NEGLI ENTI LOCALI




               comunicazione del rischio e di rassicurazione sociale che un mondo “clonato”
               e distorto nella dimensione virtuale dei media vive quotidianamente.
                    In questo senso al Sindaco (rectius al decisore dell’Ente Locale) occorre un
               esperto  o  una  struttura  di  esperti,  in  relazione  all’estensione  e  complessità
               dell’Ente, in grado di supportarlo nella gestione della complicata materia, peral-
               tro strategica per il rapporto con l’elettorato e il mantenimento del consenso.
                    Un significativo esperimento di organo di staff all’interno di un Comune,
               capace di assolvere a tale complessa missione, è l’Agenzia per la lotta non repressiva
               alla criminalità organizzata del Comune di Bari. Nel dicembre del 2000 a Palermo
               è stata siglata la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organiz-
               zata  transnazionale.  L’Italia  ha  ratificato  questa  Convenzione  nel  2006.
               L’articolo 31, comma 5, stabilisce che “gli Stati Parte si impegnano a sensibilizzare
               l’opinione pubblica sull’esistenza, sulle cause, sulla gravità e sulla minaccia posta dalla crimi-
               nalità organizzata transnazionale. Le informazioni possono essere divulgate, se necessario,
               attraverso i mass media e devono includere misure che incoraggino la partecipazione pubblica
               nella prevenzione e nel contrasto nei confronti di tale genere di criminalità”. Questa norma
               costituisce una svolta epocale. È la prima volta, infatti, che un accordo interna-
               zionale riconosce l’importanza delle politiche di prevenzione nella lotta al cri-
               mine organizzato, introducendo la partecipazione pubblica quale strumento prima-
               rio per contrastare il fenomeno.
                    “Durante la mia esperienza di magistrato antimafia troppe volte ho dovuto prendere
               atto del fatto che la risposta dello Stato nei confronti degli appartenenti ai clan mafiosi era
               giusta  ma  arrivava  in  ritardo,  quando  ormai  “il  vaso  era  già  in  frantumi”.  Giovanni
               Falcone proferì questa frase ed era solito ripetere che la lotta alla mafia va ini-
               ziata in una fase precedente il contrasto investigativo e militare alle organizza-
               zioni criminali, mirando a prevenire l’affermarsi della cultura mafiosa. La pre-
               venzione della criminalità, comune e organizzata, ricade dunque nella sfera delle
               politiche di sicurezza che a livello locale si declinano in attività progettuali a
               breve periodo (azioni di prevenzione situazionale) e a medio-lungo termine (azioni
               di prevenzione sociale).
                    Le Amministrazioni del territorio non solo comunali quindi possono e
               devono interpretare il proprio ruolo in modo attivo anche nella lotta alla crimi-
               nalità organizzata. Con strumenti diversi da quelli a disposizione delle Procure
               e delle Forze dell’Ordine, ma che nel lungo periodo possono rivelarsi non meno
               efficaci.
                    Sul solco di queste valutazioni, con il dichiarato scopo di implementare, a
               livello locale, quanto previsto anche dalla Convenzione di Palermo, il Comune
               di Bari, con delibera n. 4/2007, ha approvato il Protocollo d’Intesa avente ad


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