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DOTTRINA
per l’accertamento della proprietà dimostrano che l’amministrazione, proprio in
quanto consapevole di aver devoluto i beni in oggetto quale premio in natura per
il reperimento, ha agito per riaverne la disponibilità… lo Stato nell’azione di revin-
dica di beni archeologici può avvalersi di una presunzione di proprietà statale”.
La conseguenza di quanto detto è che in adesione all’indirizzo della giuri-
sprudenza penale più rigorosa l’imputato del reato di impossessamento di beni
culturali o di ricettazione dovrebbe andare assolto, allorché il pubblico ministe-
ro non sia riuscito a provare lo scavo in epoca antecedente al 1909 della res anti-
qua sequestrata; tuttavia, la domanda di revindica della pubblica amministrazio-
ne sarebbe accolta, in forza del principio della presunzione della proprietà sta-
tale dei reperti archeologici, a meno che il convenuto non sia riuscito a dimo-
strare la provenienza da scavi precedenti al 1909 ovvero l’acquisizione della res
a titolo di premio.
Il problema si ripropone anche in caso di assoluzione per carenza dell’ele-
mento psicologico o con la formula “non aver commesso il fatto” ovvero in caso
di proscioglimento per prescrizione: per giurisprudenza conforme occorre comun-
que accertare l’appartenenza dei beni e quindi disporne la restituzione all’avente
diritto, anche a prescindere da idonea istanza dell’organo statale . Pertanto colui
(31)
che ha subito il sequestro deve provare la legittimità del possesso dei beni .
(32)
Né può sostenersi una pregiudizialità dell’accertamento compiuto in sede
di processo penale e un condizionamento della sentenza resa in quella sede:
infatti, come ben rilevato, nella citata sentenza della cassazione civile del 2006,
ric. Loria “la sentenza di assoluzione spiega efficacia di giudicato nei confronti
di quanti furono parte nel giudizio, solo quando contenga un effettivo e speci-
fico accertamento circa l’insussistenza del fatto o della partecipazione dell’im-
putato, ma non anche quando l’assoluzione sia determinata sostanzialmente
dalla mancanza di prova in ordine all’uno o all’altro” .
(33)
Quanto agli altri profili, nonostante il mutamento del dettato normativo,
posto che l’art. 518-bis c.p. richiede che la sottrazione riguardi comunque beni
culturali in quanto prelevati dal sottosuolo e dai fondali marini, si opina che non
verranno meno le questioni connesse all’accertamento del valore culturale dei
reperti prelevati, pur essendo ormai acclarato che per tali oggetti non occorra
affatto alcuna dichiarazione ministeriale .
(34)
(31) Cass., sez. Terza, 28 ottobre 2004, Paleologo, in CED Cass. 229427; Cass., sez. Terza, 9
novembre 1999, Zaccherini, in CED Cass. 215052.
(32) Cass., sez. Seconda, 27 giugno 1995, Dal Lago, cit.
(33) Cit. nella nota 29.
(34) Ex plurimis, Cass., sez. Terza, 8 novembre 1985, Carraro, in CED Cass. 170991: “requisito inde-
fettibile perché la cosa sia tutelata dalla legge 1 giugno 1939, n. 1089 é il suo interesse (nelle varie gradazioni)
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