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OSSERVATORIO INTERNAZIONALE
dell’OHADA, con una netta preponderanza del modello di civil law nella sua
declinazione francofona (più precisamente, Code civil nella versione di prima del-
l’indipendenza delle ex colonie e più recenti codificazioni nazionali africane
ispirate al modello francese), così da non disorientare i giuristi e i pratici del
diritto che in tale contesto già si sono formati, nonché con una certa attenzione
ai tratti salienti della legislazione comune OHADA già in vigore; tutto questo
senza rinunciare a spunti dal diritto comparato (tra cui i Principi UNIDROIT,
i restatement dottrinali del diritto europeo, la già citata convenzione di Vienna del
1980, il progetto Fontaine) e da altre esperienze di riforma del diritto delle
obbligazioni (già circolavano le prime proposte della dottrina francese, a cui il
legislatore transalpino si sarebbe in seguito ispirato con la riforma del 2016),
accogliendone apporti innovativi ove utili alla conciliazione degli obiettivi pre-
fissati, di certezza del diritto, correttezza, libertà contrattuale, attrattività econo-
mica. Poiché alcune disposizioni esulano dal diritto commerciale e quindi dal
campo di intervento dell’OHADA strettamente inteso, i redattori nel testo ne
hanno anche ipotizzato una funzione di legge-modello che i Paesi OHADA e
quelli coinvolti in altre organizzazioni di integrazione economica africana
potrebbero più o meno ampiamente riprendere .
(55)
Neanche da questo più recente testo è ancora scaturita un’armonizzazione
regionale della materia contrattuale.
Nel primo dei due progetti, gli articoli 6/22, 6/23 e 6/24 - che i commen-
tatori rilevavano tra i principali discostamenti dalla tradizione francese -
(56)
riproducono fedelmente le corrispondenti disposizioni UNIDROIT in materia
di hardship, con la differenza degna di rilievo che la versione francese dei principi
UNIDROIT mantiene il termine inglese hardship, mentre il testo per l’Africa
impiega l’espressione bouleversement de circonstances. Quest’ultimo termine è pari-
menti utilizzato dal secondo progetto, che anch’esso, sul punto delle circostan-
ze sopravvenute (artt. 160-162), preferisce l’innovazione, in linea con la pratica
dei contratti internazionali e con le tendenze evolutive della riflessione giuridica
tanto in Europa, dove ha infine avuto luogo la riforma pure in Francia, quanto
in Cina, dove l’hardship, pur dapprima non entrata dalla porta della legislazione,
vi ha fatto ingresso dalla finestra delle interpretazioni della più elevata giurisdi-
zione, per poi giungere nel testo del nuovo Codice.
(55) Rapporto di presentazione del progetto di testo uniforme sul diritto generale delle obbliga-
zioni nello spazio OHADA, pp. 4 ss.; v. anche C. Grimaldi, Projet de texte uniforme portant droit
général des obligations dans l’espace OHADA, in Recueil Dalloz, n. 11, 2016, p. 648; S. B. Ebongo,
Les remèdes à l’inexécution, in AJ Contrat, Dossier, La vente commerciale dans les pays de l’OHADA,
agosto-settembre 2020, p. 372.
(56) P. G. Pougoué et alii, Actes uniformes, in P. G. Pougoué (sotto la direzione di), Encyclopédie du
droit OHADA, Lamy, 2011, p. 154; P. Meyer, L’avant-projet d’acte uniforme OHADA sur le droit
des contrats: innovations et débats, in RDAI/IBLJ, n. 3, 2008, p. 304.
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