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L’ECCESSIVA ONEROSITÀ SOPRAVVENUTA IN CINA E NELLO SPAZIO OHADA
agevolmente nella tradizione culturale cinese e al tempo stesso è conforme alle
più avanzate acquisizioni della teoria e della pratica dei contratti internazionali
in tema di rinegoziazione. In effetti, molte delle prime controversie in materia
contrattuale legate alle conseguenze dell’epidemia sono state risolte proprio per
tale via .
(31)
Il decisore politico si percepisce ormai abbastanza stabile da non temere
di farsi coadiuvare da un ruolo dinamico dei giudici per far fronte alle sfide della
pandemia. Per facilitare l’onere probatorio, in Cina si sono emanati certificati ad
hoc di enti governativi comprovanti lo stato di emergenza e le altre circostanze
di forza maggiore da cui è colpita la singola impresa .
(32)
In definitiva, la soluzione originale cinese, combinando diritto codificato
e norme di autoregolamentazione delle autorità giudiziarie scaturite dalle diffi-
coltà concretamente incontrate nei tribunali nel dirimere le controversie, il tutto
cementato da un certo accento d’impronta socialista sulla giustizia del caso con-
creto e sulla protezione della parte socialmente più debole , alla prova della
(33)
crisi pandemica ha mostrato l’opportuna adattabilità.
Tale schema si presenta come un valido concorrente rispetto ai modelli
occidentali più avanzati, giungendo a simili soluzioni operative, ed evita le
(31) Q. Liu, COVID-19 in Civil or Commercial Disputes: First Responses from Chinese Courts, in The
Chinese Journal of Comparative Law, n. 2, 2020, p. 488.
(32) M. Wu, Come è stato affrontato il Covid-19 in Cina: misure adottate e risposte istituzionali, in Codice
cinese: Xi e il governo della legge, n. 1, anno XLVII, di Mondo Cinese: rivista di studi sulla Cina
contemporanea, 2020, p. 188. Naturalmente, il valore probatorio di questi certificati perde
sensibilmente di forza al difuori delle giurisdizioni cinesi, essendo libero l’eventuale giu-
dice o arbitro straniero competente, adito per una controversia transfrontaliera, di valu-
tare autonomamente l’esistenza o meno delle circostanze di forza maggiore allegate dalla
parte cinese: K. P. Berger, D. Behn, Force Majeure and Hardship in the Age of Corona: A
Historical and Comparative Study, in McGill Journal of Dispute Resolution, vol. 6 (2019-2020), n. 4,
pp. 92-93.
(33) Cfr. Q. Liu, COVID-19 in Civil or Commercial Disputes: First Responses from Chinese Courts, in The
Chinese Journal of Comparative Law, n. 2, 2020, pp. 489-490: “Third, it is a distinctive, yet con-
troversial, feature of the judicial practice in China that the courts often order the contracting
parties to share losses. This approach seems especially fitting in the context of the current
pandemic, and express reference to it can be found in many of the judicial documents.
Accordingly the courts apportion the losses caused by the supervening event according to
the principle of fairness, by taking into account a wide range of factors including the parties’
respective fault. It is further suggested by some courts that such judicial apportionment of
losses is possible only where the parties fail to provide in the contract or renegotiate how the
losses are to be allocated. While this approach is generally supported in the judicial docu-
ments, there is some controversy as to whether such an apportionment of losses should be
confined to cases where the contract is terminated pursuant to the doctrine of change of
circumstances, with the losses lying where they fall in the case of force majeure. More gene-
rally, the main challenge confronting this judicial scheme is that the precise criteria by which
the losses are apportioned by the courts remain obscure and require further clarification.
Fourth, special protection is afforded to parties most affected by, and vulnerable to, the pan-
demic, such as employees and consumers”.
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