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DOTTRINA




             inciso dal tributo sui consumi (nella veste di contribuente di fatto ), anche
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             senza rendersene conto .
                                   (11)
                  La fondamentale questione, su cui si innestano le frodi IVA, riguarda il
             fatto che il suo versamento periodico (mensile o trimestrale) non avverrà per
             singola operazione compiuta (il Bar - nell’esempio precedente - non dovrà ver-
             sare l’IVA del cappuccino venduto al consumatore, al netto dell’IVA sul caffè
             ed il latte acquistati). Infatti, come sopra accennato, l’IVA si versa “per masse”,
             ossia  si  calcola  mensilmente  l’imposta  ricevuta  su  tutte  le  operazioni  attive
             (ossia  l’IVA  che  i  clienti  hanno  dato  all’azienda),  rappresentando  un  debito
             fiscale (infatti quella sulle vendite si chiama IVA a debito, rappresenta un debito
             fiscale dell’azienda verso l’Erario); tale somma deve essere compensata sull’IVA
             pagata dall’azienda ai fornitori su tutti i propri acquisti, la quale rappresenterà
             un credito fiscale da compensare. Il risultato del calcolo corrisponderà all’IVA
             dovuta ogni mese, calcolata complessivamente su tutte le operazioni attive e
             passive  del  periodo.  Quindi,  l’IVA  pagata  sulle  bollette  dell’elettricità  o  sul
             noleggio dei macchinari rappresenta un credito da compensare con l’IVA dovu-
             ta per le vendite di cappuccino (restando nel prototipo di azienda sopra esem-
             plificato) . Ciò premesso, ritornando alle considerazioni iniziali, il cliente che
                     (12)
             compra un bene comprensivo di IVA, pagandolo correttamente al proprio for-
             nitore, non può avere certezza dell’effettivo versamento del tributo da parte di
             quest’ultimo, perché la transazione si va a confondere nel calderone delle ope-
             razioni attive e passive della propria controparte .
                                                           (13)
                  La fattura falsa di inserisce in questo contesto, cercando di far ottenere
             all’azienda una detrazione IVA a fronte di un omesso versamento del tributo da
             parte del fornitore, più o meno connivente in base all’impianto criminale creato
             per effettuare la frode fiscale in questione .
                                                     (14)

             (10)  Massimiliano Giorgi, Voce Imposta sul valore aggiunto (IVA) (con Raffaello Lupi), in Enciclopedia
                  Giuridica Treccani, 2009.
             (11)  Solo dal primo luglio 2019, infatti, con lo scontrino elettronico, ogni consumatore vede scor-
                  porata  l’IVA  che  ha  sempre  pagato  inconsapevolmente  all’interno  del  corrispettivo  della
                  transazione, che per le vendite al minuto (B2C - ossia Business to Consumer) si intende sempre
                  comprensivo di IVA.
             (12)  Poiché fisiologicamente un’azienda deve avere ricavi maggiori dei costi, in condizioni di nor-
                  malità economica ogni operatore economico deve dovrà trovarsi in situazione di debito IVA,
                  perché avrà incamerato IVA sulle vendite per un valore maggiore dell’IVA versata sui propri
                  acquisti; in caso contrario, vorrebbe dire che l’azienda ha più costi che ricavi, situazione che
                  - salvo ipotesi eccezionali - rappresenta un chiaro sintomo di anomalia gestionale.
             (13)  Ciro Cesarano, Operazioni inesistenti e principio di cartolarità IVA, in Guida alla Fatturazione, n. 6,
                  1° giugno 2022, p. 45.
             (14)  Baldassare  Santamaria,  Manuale  di  diritto  tributario.  Cedam  scienze  giuridiche,  Cap.  XXII,
                  Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, p. 317.

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