Page 59 - Rassegna 2023-1
P. 59

L’ESPANSIONE VIOLENTA DI UN’ORGANIZZAZIONE MAFIOSA
                                           LA SOCIETÀ FOGGIANA




               di promozione, di direzione od organizzazione del gruppo criminale, ex art. 416-bis, comma
               2, c.p., è necessario che un ruolo apicale o una posizione dirigenziale risultino in concreto eser-
               citati e quindi necessaria è la verifica dell’effettivo esercizio del ruolo di vertice che lo renda
               riconoscibile, sia pure sotto l’aspetto sintomatico, sia all’esterno, che nell’ambito del sodalizio,
               realizzando un effettivo risultato di assoggettamento interno” .
                                                                  (19)
                    Pertanto, come sentenziato dalla Corte d’Assise di Foggia le posizioni diri-
               genziali ed i ruoli apicali associativi esercitati nel concreto, devono essere indi-
               viduabili  e  riconosciuti  nell’ambito  di  operatività  del  sodalizio  criminale  ed
               ancor più dalle strutture sovraordinate. Sinesi Roberto viene riconosciuto quale
               “capo su Foggia”, insieme ad Antonio Parisi , da diversi collaboratori di giustizia
                                                       (20)
               tra i quali Donato Caiafa, del quale si riporta uno stralcio dichiarativo utilizzato
               in sentenza: “i soldi venivano portati tutti a casa di Sinesi Giovanna, essendo il fratello
               detenuto, e venivano poi divisi tra i vari componenti dell’organizzazione”.
                    Dalla “Panunzio” alla “Day Before”, si assiste ad una evoluzione costante del
               fenomeno mafioso connesso con la “società foggiana”. Nei successivi processi
               Double Edge e “Araba Fenice” vengono nuovamente condannati per associazione
               di tipo mafioso alcuni imputati, condanne confermate dalla Corte di Cassazione
               che ne rinsaldava la contestazione.
                    Seguì tra gli altri il processo “Corona”  definito in tre sentenze passate
                                                          (21)
               in giudicato con le quali venivano condannati per associazione di tipo mafioso
               ben quindici imputati seppure seguendo percorsi differenti.
                    L’evoluzione criminale della “società foggiana” è sottesa all’unitarietà della
               stessa nonostante la sua operatività sia garantita da distinte batterie. Tale suddi-
               visione, come delineato dalle sentenze oggetto di studio, non ha impedito nel
               tempo il riconoscimento dei fattori di aggregazione dei singoli partecipi all’or-
               ganizzazione.
                    Questi elementi si riscontrano nella consapevolezza di far parte di una
               realtà che va al di là delle singole batterie di appartenenza, nello scopo unitario
               di occupare il territorio avvalendosi della forza intimidatrice garantita dal grup-
               po di appartenenza e dall’alone di invincibilità che caratterizza l’intera organiz-
               zazione criminale nonché dal comune sentire di ogni batteria consapevole della
               forza dell’insieme espresso dalle batterie unite.
                    Ancora, emergono quali elementi di aggregazione, la comune esigenza di
               difesa da parte dei gruppi criminali suddivisi in batterie rispetto ad agenti ester-


               (19)  Estratto sentenza 28 maggio 2020, n. 16202 Corte di Cassazione, sezione seconda penale.
               (20)  Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della Mafia, resoconto stenografico
                    del sopralluogo a Foggia del 23 febbraio 2000.
               (21)  Proc. n. 6052/05 RGNR DDA.

                                                                                         57
   54   55   56   57   58   59   60   61   62   63   64