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DOTTRINA
Emerge chiara la difficoltà incontrata dai giudici nel cristallizzare, per la
prima volta, un fenomeno di tale portata in territori che sino ad allora, seppure
già martoriati dalla criminalità, non erano assurti a “luoghi di azione di crimina-
lità mafiosa”. La complessità di rappresentazione del presupposto mafioso del
vincolo associativo è insita nei processi per mafia è si è ripetuto per la “società
foggiana” come già avvenuto in passato in aree del Paese già rinomate per la
presenza, giudizialmente riconosciuta, di sodalizi mafiosi. Nel mentre si teneva
il maxiprocesso Panunzio davanti alla Corte d’Assise di Foggia, la polizia giudi-
ziaria continuava ad indagare partendo dal presupposto che non tutti gli appar-
tenenti all’associazione fossero stati individuati.
Le indagini portarono alla seconda operazione antimafia nel foggiano,
denominata “Day Before”, dalla quale scaturì un ulteriore processo di mafia e con
il quale si andarono delineando e rafforzando gli elementi costitutivi del delitto
di associazione per delinquere di tipo mafioso .
(15)
Affiorò in modo marcato il ruolo apicale di alcuni appartenenti alle batte-
rie foggiane, che evidenziò il carattere verticistico del gruppo criminale, la sua
capacità di controllo del territorio e quella di penetrazione negli apparati istitu-
zionali. Inoltre, emerse, da quel processo di primo grado, poi confermato in
appello, che l’organizzazione era divisa in batterie ed aveva la disponibilità di
armi. Sul punto si riporta lo stralcio di una conversazione registrata, nell’ambito
di quel procedimento penale, tra gli imputati Piserchia Gaetano e Pinto Donato
Angelo “Dice il Piserchia: L’hanno saputo tutte le batterie di Foggia… - aggiunge - …
allora stavamo tutti insieme, tutti uniti, veniva la batteria di Mansueto e veniva prendere le
armi, veniva la batteria di Rocchino e veniva a prendere le armi, veniva la batteria di Giosuè
e faceva altrettanto” .
(16)
Una conversazione fondamentale per ricostruire la struttura dell’organiz-
zazione che, seppure divisa in batterie, chiarisce il carattere verticistico della
stessa rendendola conforme alla norma.
L’evoluzione della “società foggiana” dal punto di vista strutturale, si deli-
neerà nel corso del processo da cui, tra l’altro, emersero gli scontri tra le diffe-
renti batterie e dalla successiva saldatura tra le stesse .
(17)
Come ribadito più volte dalla giurisprudenza , l’elemento riscontrato
(18)
nella sentenza di primo grado dimostra che: “Ai fini della configurabilità del reato
(15) Sentenza n. 10/00 della Corte di Appello di Bari del 7 luglio 2000.
(16) Sentenza della Corte di Assise di Foggia del 21 maggio 1998, n. 6/96 RG - 1153/95 GIP.
(17) Estratto p. 15 Sentenza della Corte di Assise di Foggia del 21 maggio 1998 n. 6/96 RG - 1153/95
GIP.
(18) (Sez. Sesta penale n. 40530 del 31 maggio 2017; Sez. Sesta penale n. 19191 del 7 febbraio 2013).
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