Page 58 - Rassegna 2023-1
P. 58

DOTTRINA




                  Emerge chiara la difficoltà incontrata dai giudici nel cristallizzare, per la
             prima volta, un fenomeno di tale portata in territori che sino ad allora, seppure
             già martoriati dalla criminalità, non erano assurti a “luoghi di azione di crimina-
             lità mafiosa”. La complessità di rappresentazione del presupposto mafioso del
             vincolo associativo è insita nei processi per mafia è si è ripetuto per la “società
             foggiana” come già avvenuto in passato in aree del Paese già rinomate per la
             presenza, giudizialmente riconosciuta, di sodalizi mafiosi. Nel mentre si teneva
             il maxiprocesso Panunzio davanti alla Corte d’Assise di Foggia, la polizia giudi-
             ziaria continuava ad indagare partendo dal presupposto che non tutti gli appar-
             tenenti all’associazione fossero stati individuati.
                  Le  indagini  portarono  alla  seconda  operazione  antimafia  nel  foggiano,
             denominata “Day Before”, dalla quale scaturì un ulteriore processo di mafia e con
             il quale si andarono delineando e rafforzando gli elementi costitutivi del delitto
             di associazione per delinquere di tipo mafioso .
                                                         (15)
                  Affiorò in modo marcato il ruolo apicale di alcuni appartenenti alle batte-
             rie foggiane, che evidenziò il carattere verticistico del gruppo criminale, la sua
             capacità di controllo del territorio e quella di penetrazione negli apparati istitu-
             zionali. Inoltre, emerse, da quel processo di primo grado, poi confermato in
             appello, che l’organizzazione era divisa in batterie ed aveva la disponibilità di
             armi. Sul punto si riporta lo stralcio di una conversazione registrata, nell’ambito
             di quel procedimento penale, tra gli imputati Piserchia Gaetano e Pinto Donato
             Angelo “Dice il Piserchia: L’hanno saputo tutte le batterie di Foggia… - aggiunge - …
             allora stavamo tutti insieme, tutti uniti, veniva la batteria di Mansueto e veniva prendere le
             armi, veniva la batteria di Rocchino e veniva a prendere le armi, veniva la batteria di Giosuè
             e faceva altrettanto” .
                             (16)
                  Una conversazione fondamentale per ricostruire la struttura dell’organiz-
             zazione che, seppure divisa in batterie, chiarisce il carattere verticistico della
             stessa rendendola conforme alla norma.
                  L’evoluzione della “società foggiana” dal punto di vista strutturale, si deli-
             neerà nel corso del processo da cui, tra l’altro, emersero gli scontri tra le diffe-
             renti batterie e dalla successiva saldatura tra le stesse .
                                                               (17)
                  Come  ribadito  più  volte  dalla  giurisprudenza ,  l’elemento  riscontrato
                                                               (18)
             nella sentenza di primo grado dimostra che: “Ai fini della configurabilità del reato


             (15)  Sentenza n. 10/00 della Corte di Appello di Bari del 7 luglio 2000.
             (16)  Sentenza della Corte di Assise di Foggia del 21 maggio 1998, n. 6/96 RG - 1153/95 GIP.
             (17)  Estratto p. 15 Sentenza della Corte di Assise di Foggia del 21 maggio 1998 n. 6/96 RG - 1153/95
                  GIP.
             (18)  (Sez. Sesta penale n. 40530 del 31 maggio 2017; Sez. Sesta penale n. 19191 del 7 febbraio 2013).

             56
   53   54   55   56   57   58   59   60   61   62   63