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L’ESPANSIONE VIOLENTA DI UN’ORGANIZZAZIONE MAFIOSA
LA SOCIETÀ FOGGIANA
Tra il 1986 e il 1989, i Laviano vennero letteralmente sterminati ; l’epilo-
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go fu segnato dalla strage del Bacardi. Era il 1° maggio 1986. Quel giorno i sica-
ri fecero irruzione nel circolo Bacardi e a colpi di kalashnikov, uccisero quattro
persone del gruppo Laviano .
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Una strage di mafia, rubricata dalla Cassazione a quadruplice omicidio,
anche ricordata come “la notte della Strage del Bacardi”, dal nome del circolo
privato ubicato a Foggia in piazza Mercato. Nel gennaio 1989, con il rapimen-
to e l’uccisione di Giuseppe Laviano, secondo le rivelazioni di diversi collabo-
ratori avente come mandante Rocco Moretti (capo storico della società foggiana,
detto “il porco”), si giunge ad una ulteriore svolta nella guerra di mafia e all’ascesa
al vertice della malavita organizzata di Rocco Moretti, che seppure detenuto,
continuava a dirigere le operazioni del clan. A differenza delle mafie tradizio-
nali, la criminalità organizzata foggiana, fino al 9 agosto 2017, giorno della
strage di San Marco in Lamis, è stata poco raccontata. Solo a seguito di questo
evento, il Comitato nazionale per l’ordine e sicurezza pubblica si riunì decre-
tando l’emergenza nazionale e definendo per la prima volta “Quarta Mafia” il
fenomeno criminale.
1.2 Le ramificazioni sul territorio
Nel corso dell’audizione del 30 luglio 1993, il mafioso e collaboratore di
giustizia Salvatore Annacondia, sosteneva che “La malavita pugliese è abbastanza
pericolosa e molto più avanzata delle altre perché ha assorbito tutte le mentalità, sia della
mafia siciliana, sia della ‘ndrangheta calabrese, sia infine della camorra campana” . “Una
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criminalità che unisce alla tradizione del familismo mafioso di ‘N’ndrangheta e Camorra la
modernità, rappresentata dalla vocazione agli affari e all’infiltrazione nel tessuto economico-
sociale” .
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Dunque, una mafia storica e senza confini che indirizzandosi principal-
mente all’infiltrazione economico-finanziaria, ha ricongiunto “consuetudini”,
“localismo” e “globalizzazione”, radicandosi sul territorio nazionale e interna-
zionale.
(8) A p. 103 la sentenza Panunzio cita: “L’organizzazione foggiana facente capo a Rizzi, Agnelli e, dopo
l’uccisione di costui a Moretti è quella che è uscita vincente nella guerra che l’aveva vista opposto al clan
Laviano-Manco e si chiude con l’omicidio del Bacardi”.
(9) Giovanni Rollo, Pietro Piserchia, Pompeo Rosario Corvino e Antonietta Cassanelli amante
di Gennaro Manco, sfuggito alla strage pur essendo il vero obiettivo.
(10) P. 5 - Dichiarazione del collaboratore di giustizia Salvatore Annacondia dinanzi alla
Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e associazioni criminali -
seduta di venerdì 30 luglio 1993.
(11) Relazione semestrale della Dia al Parlamento, pubblicata il 13 febbraio 2019.
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