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UN DOVERE SPECIALE VERSO LA REPUBBLICA E LA COSTITUZIONE.
                                       DISCIPLINA, ONORE, GIURAMENTO




               appunto pubblicamente sui fini del potere e sulle modalità del suo esercizio in
               uno stato democratico e come dichiarazione pubblica di impegno personale. La
               distinzione fra “democrazie aperte” e “democrazie che si difendono” è basata
               su una diversa interpretazione della fedeltà. Le prime non proibiscono «il dis-
               senso ed il pensiero contrario ai valori fondanti dell’ordinamento» e intendono
               la fedeltà come semplice rigore nell’osservanza delle leggi. Per le democrazie
               che si difendono, invece, la fedeltà significa adesione a questi valori e implica, per
               esempio, «il divieto di partiti che si oppongono ai valori fondamentalissimi del
               regime e la privazione di alcuni diritti politici, così come la limitazione di una
               parte delle libertà civili, ai cittadini che propugnano idee sovversive» . Il giura-
                                                                                (25)
               mento di coloro che spiccano per potere in una democrazia aperta rinvia alla
               consapevolezza che questa apertura non è automaticamente assicurata per sem-
               pre e deve essere difesa, nelle circostanze straordinarie come nella vita di tutti i
               giorni. Il giuramento, però, ricorda allo stesso tempo a coloro che lo pronuncia-
               no, certo nel segreto della loro coscienza, che è difficile difendere ciò in cui non
               si crede e che comunque, poiché questo è il ruolo che assumono, essi dovranno
               rinunciare a un esercizio della libertà che si ponga in contrasto con i valori sui
               quali una democrazia aperta si fonda e che vengono da essa garantiti e protetti.
                    Il significato di questo giuramento è, con tutta evidenza, antitetico a quello
               del giuramento che, nella Critica della ragione dialettica di Sartre, salva il gruppo
               rivoluzionario dalla sua dissoluzione, una volta che la Bastiglia è stata presa. Qui
               il Terrore è in agguato, perché gli individui si vincolano a un essere comune che
               diventa una «ipoteca irreversibile della temporalizzazione pratica», consacrando
               il  diritto  del  Potere  alla  sua  permanenza .  Il  giuramento  dell’art.  54  della
                                                         (26)
               Costituzione serve a rimarcare la funzione del potere al servizio dei cittadini e
               della loro libertà. Per quanto riguarda specificamente le Forze armate, rimango-
               no preziose le riflessioni sulla disciplina militare di Vittorio Bachelet, a pochi
               anni dalla conclusione della guerra e dall’approvazione della Costituzione. «Le
               forze armate – scriveva questo mite giurista che venne assassinato nel 1980
               dalle Brigate Rosse all’ingresso della sua Facoltà –, nella loro organizzazione e
               nella loro attività, costituiscono probabilmente il punto più significativo in cui
               il principio dell’autorità e della “forza” si incontrano con le regole di una con-
               vivenza fondata sul diritto a garanzia della libertà dei cittadini» . Anche nel-
                                                                             (27)
               l’organizzazione delle Forze armate, dunque, deve essere ricercato un punto di


               (25)  Ibidem.
               (26)  J.-P. Sartre, Critica della ragione dialettica. I: Teoria degli insiemi pratici, Libro secondo, Milano, Il
                    Saggiatore, 1963, pp. 96-97 e 265.
               (27)  V. Bachelet, Disciplina militare e ordinamento giuridico statale, Milano, Giuffrè, 1962, p. 1.

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