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UN DOVERE SPECIALE VERSO LA REPUBBLICA E LA COSTITUZIONE.
DISCIPLINA, ONORE, GIURAMENTO
fuori dell’esercizio professionale quando ritenuti rilevanti e incidenti sul deco-
ro della professione» (art. 1). Questa integrità, i cui contenuti normativi si col-
locano fra le leggi di natura coercitiva e la responsabilità strettamente indivi-
duale per le proprie scelte nello svolgimento dei propri compiti, si manifesta
nella consapevolezza dell’autorità rivestita e dei suoi limiti, in uno stile e in
atteggiamenti conseguenti, nell’attenzione costante a evitare situazioni perce-
pite come inappropriate per il “decoro” (l’onore) della professione o senz’altro
con esso incompatibili. Da essa dipende in misura essenziale, come ho detto,
la fiducia dei cittadini.
Un codice di comportamento – ha scritto Bernardo Giorgio Mattarella
commentando quello varato nel 1994 da Sabino Cassese per i dipendenti delle
pubbliche amministrazioni – è uno strumento di orientamento e anche di inter-
pretazione delle leggi. In questo senso, esso «è uno strumento di garanzia, per-
ché consente all’interessato di conoscere con maggiore precisione i comporta-
menti che potrebbero essere considerati illeciti» . Un codice è importante a
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tutela dell’imparzialità dell’amministrazione, ma è proprio preoccupandosi della
correttezza dei dipendenti che esso si preoccupa «anche della fiducia dei citta-
dini nelle amministrazioni […] Dal punto di vista dell’etica privata, l’immagine
esterna può essere del tutto irrilevante, anzi preoccuparsene troppo è spesso
considerato un atteggiamento criticabile; dal punto di vista dell’etica pubblica,
però, le apparenze sono importanti, perché influiscono sul rapporto tra cittadi-
ni e istituzioni e sulla fiducia dei primi nelle seconde» .
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4. Si può rischiare la vita per ciò in cui non si crede?
Le nozioni di disciplina e onore già richiamano una dimensione interiore
di appropriazione, impegno e, in caso di fallimento, vergogna. E il costo repu-
tazionale delle proprie mancanze è già, ovviamente, una sanzione. Per evitare
quest’ultima, tuttavia, potrebbe essere sufficiente la conformità esteriore, che
assume peraltro rilievo decisivo, come ho appena sottolineato, in vista della
garanzia della fiducia del pubblico: è impossibile disinteressarsi delle apparenze
«in un sistema basato sulla possibilità degli amministrati di fare valere la respon-
sabilità degli amministratori, e in cui l’amministrazione tende a ricevere una
legittimazione dalla società» . Ciò può significare, in concreto, che occorre
(21)
(19) B.G. Mattarella, Le regole dell’onestà. Etica, politica, amministrazione, Bologna, il Mulino, 2007, p.
151.
(20) Ivi, pp. 160-161.
(21) Ivi, p. 161.
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