Page 37 - Rassegna 2023-1
P. 37
UN DOVERE SPECIALE VERSO LA REPUBBLICA E LA COSTITUZIONE.
DISCIPLINA, ONORE, GIURAMENTO
dell’uomo, oltre a richiedere l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarie-
tà politica, economica e sociale (art. 2). La Repubblica si assume il compito di
rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’eguaglianza dei cittadini e impe-
discono il pieno sviluppo della persona umana (art. 3). È l’obiettivo di quella
garanzia e di questo sviluppo che l’art. 54 chiede di condividere come dovere.
In qualche misura, forse, anche nel senso di quel dovere morale che, a differenza
dell’osservanza delle leggi, non può essere oggetto di coercizione utilizzando gli
strumenti propri del diritto. Perché è dal rispetto diffuso di tale dovere e dal-
l’ampiezza di tale adesione che dipende, in ultima analisi, la solidità delle istitu-
zioni democratiche.
Assumendo questa prospettiva, si può senz’altro dire che nell’art. 54 della
Costituzione italiana, con il rilievo conferitogli dalla sua collocazione a conclu-
sione della Parte sui diritti e doveri dei cittadini, si riconoscono i due vettori di
spinta evidenziati da Axel Honneth nella nozione di patriottismo costituziona-
le, che non è incompatibile con il diritto al dissenso e, almeno fino a un certo
limite (sulla cui definizione, comunque difficile, non posso soffermarmi in
questa sede), con altre fedeltà. C’è, innanzitutto, l’idea di quella «integrazione
affettiva» rispetto alla quale egli riconosce il contributo fondamentale delle
riflessioni di Durkheim: i cittadini «sono disposti a cooperare attivamente alla
formazione delle opinioni in uno Stato democratico solo a condizione di con-
siderare le sue finalità e i suoi valori come desiderabili, e anzi degni di essere
difesi» . E c’è la convinzione che i cittadini «possano sentirsi confermati nella
(15)
loro comune appartenenza politica e, quindi, sentirsi emotivamente legati
l’uno all’altro, imparando a intendere le costituzioni delle loro comunità demo-
cratiche come stimolo a realizzare sempre meglio, alla luce delle proprie espe-
rienze storiche, i principi morali universalistici in esse enunciati» . Questa con-
(16)
divisione è il presupposto della disciplina e dell’onore richiesti ai funzionari
pubblici, contribuisce a generarne i contenuti e alimenta la vigilanza sul loro
rispetto, in una circolarità dall’esito aperto. Non si tratta semplicemente del
fatto che il “senso dell’onore” si dice in molti modi e anche i mafiosi – come
ricordava Togliatti – hanno il loro. Una popolazione nella quale predomina un
atteggiamento lasco rispetto a certi comportamenti (per esempio l’adempi-
mento del proprio dovere come contribuenti) potrebbe essere meno esigente
nel giudicare quelli dei suoi rappresentanti. E magari non premiare i più rigo-
rosi e quelli che promettono maggiore severità nel momento del voto.
(15) A. Honneth, Il diritto della libertà. Lineamenti per un’eticità democratica, Torino, Codice edizioni,
2015, p. 377.
(16) Ivi, pp. 378-379. Corsivo mio.
35