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DOTTRINA




             superiori ovvero conformi alla dignità dell’incarico ricoperto […]» . Tornerò
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             fra poco su questo punto. Le Forze armate – riemerge il tema di una sporgenza
             di potere, che si congiunge a quella nella disponibilità al servizio – hanno (insieme
             a quelle di polizia) il monopolio della forza materiale ed è dunque essenziale che
             chi  di  esse  fa  parte  sia  disposto  a  difendere  la  Repubblica  «per  un’adesione
             spontanea ed inderogabile ai suoi valori […]» . Non è un caso – aggiungo –
                                                         (13)
             che sia questo il contesto nel quale crescono, anche davanti ai giudici, i conflitti
             intorno alla limitazione di libertà, come quella di espressione, che sono garan-
             tite a tutti i cittadini e alle quali, tuttavia, tale dovere rafforzato può imporre par-
             ticolari restrizioni. L’art. 54, definendo tre “livelli” di fedeltà alla Repubblica a
             intensità crescente, sembra esplicitare l’esigenza anche di un progressivo allinea-
             mento fra motivazione e convinzioni interiori e finalità delle funzioni svolte, a
             garanzia della fiducia della popolazione nelle istituzioni e della stessa qualità del
             servizio che questi servitori dello Stato rendono alla comunità.


             3.  Patriottismo costituzionale e integrità rispetto al ruolo
                  La Repubblica nata con la Costituzione che Enrico De Nicola firmò il
             27 dicembre 1947 è presidio della libertà di ogni singola persona che ne fa
             parte. A Orazio Condorelli, deputato del Blocco nazionale della libertà, che
             nella seduta della Costituente del 21 maggio 1947 chiedeva di sostituire alla
             fedeltà alla Repubblica (semplice forma di «ordinamento politico») quella allo
             Stato,  «concretizzazione  storica  della  stessa  idea  etica»  ed  «essenza  della
             nostra realtà morale e storica», Umberto Merlin replicò non solo ribadendo
             l’ovvio (dopo il referendum del 2 giugno, non si poteva certo chiedere ai cit-
             tadini di essere fedeli alla monarchia), ma anche ricordando che «la parola
             “Repubblica” in latino vuol dire precisamente Stato» e invitando «tutti coloro
             che  eventualmente  non  avessero  ancora  aderito  alla  Repubblica  con  pieno
             animo» a servirla «in nome di quei nobili sentimenti in base ai quali anche loro
             hanno sempre servito lo Stato» . Tuttavia, non è semplicemente questione
                                            (14)
             di  nobili  sentimenti.  La  Repubblica  riconosce  e  garantisce  i  diritti  inviolabili

             (12)  Id. Art. 54, in R. Bifulco, A. Celotto, M. Olivetti (a cura di), Commentario alla Costituzione, vol.
                  I, Milanofiori Assago (Mi), UTET-Wolters Kluwer Italia Giuridica, 2006, p. 1082. «Non appa-
                  re dunque accettabile la tesi che imporrebbe l’adesione ai valori ordinamentali da parte di chi
                  ricopre uffici di nomina politica o con carattere fiduciario»: è sufficiente a contenere i paven-
                  tati rischi l’«adempimento dell’intera panoplia dei doveri pubblici costituzionalmente fondati
                  anche sull’art. 54, ed indubbiamente riferiti all’attività esteriore degli individui» (ibidem).
             (13)  Id., Il dovere di fedeltà tra simbolismo costituzionale e patriottismo repubblicano, cit., p. 519.
             (14)  Il  resoconto  della  seduta  è  disponibile  all’indirizzo:  https://documenti.camera.it/_dati/
                  Costituente/Lavori/Assemblea/sed128/sed128.pdf. Consultato il 25 gennaio 2023.

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