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UN DOVERE SPECIALE VERSO LA REPUBBLICA E LA COSTITUZIONE.
                                       DISCIPLINA, ONORE, GIURAMENTO




               2.  Spiccare per potere, spiccare per servizio
                    Il  primo  è  il  carattere  assolutamente  laico  della  responsabilità  che  la
               coscienza accetta con il giuramento, confermandone tuttavia il valore di impe-
               gno assunto «seriamente e fino in fondo», per usare le parole sempre di La Pira.
               Per colui che era destinato a diventare il sindaco “santo” di Firenze, il giuramen-
               to restava «un atto essenzialmente religioso, che si fa al cospetto di Dio […] o
               comunque dinanzi ad una coscienza superiore». Palmiro Togliatti intervenne
               con decisione per sgombrare il campo dal possibile equivoco per il quale il giu-
               ramento avrebbe valore «solo quando rivesta un carattere religioso». Anche per
               colui «che non ha una coscienza religiosa esiste una coscienza morale» e dunque
               la possibilità di questo speciale impegno: «Perfino i delinquenti, in determinate
               organizzazioni,  prestano  giuramento  e  vi  tengono  fede».  E  ci  sono  «regimi,
               quali ad esempio il russo, i quali non tengono conto della ideologia religiosa,
               considerandola come un fatto personale», e tuttavia «organizzano il loro eserci-
               to sulla base di un giuramento molto rigoroso, e puniscono gli spergiuri nel
               modo più severo». Era dunque in questa prospettiva di piena uguaglianza di tutti
               i cittadini, fedeli e non fedeli, che il leader del Partito comunista proponeva di
               mantenere il giuramento appunto «come un vincolo particolare», non escluden-
               do la possibilità, per coloro che lo avessero desiderato, di aggiungere una for-
               mula religiosa.
                    È sempre nell’intervento di Togliatti che si trova una precisa indicazione
               sul criterio da seguire per stabilire a chi debba essere chiesto di giurare. Si tratta
               delle posizioni che spiccano in termini di potere. E di quelle che spiccano invece
               per disponibilità al servizio. Rientravano a suo avviso nella seconda categoria i
               militari e i corpi militarizzati, ai quali viene richiesto un impegno che può arri-
               vare «fino al sacrificio della vita», in tempo di pace come in tempo di guerra.
               Anche Aldo Moro, che pure si dichiarava contrario in linea di principio al giu-
               ramento, ne riconosceva la necessità nei casi in cui il vincolo che ne deriva «può
               avere significato politico, oppure può essere un efficace richiamo alla serietà
               della  funzione  che  si  sta  per  compiere».  Fermo  restando  che  giuramento  e
               importanza della funzione non sono completamente sovrapponibili. Se l’obiet-
               tivo è quello di garantire i cittadini da coloro che esercitano il potere – argo-
               menta Mastrojanni – non si vede come possano essere esclusi i professori uni-
               versitari: un docente di diritto costituzionale, per esempio, ha «tutto il potere
               per scardinare la consistenza della Repubblica, disponendo delle armi più effi-
               caci per formare coscienze che contrastino con la conformazione anche istitu-
               zionale dello Stato». Concetto Marchesi, dichiarando di credere moltissimo alla
               validità del giuramento «come a una formula sacra che impegna la coscienza di


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