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DOTTRINA




             1.  Introduzione
                  L’art.  54  della  Costituzione  nasce  dalla  fusione  degli  artt.  50  e  51  del
             Progetto  approvato  dalla  Commissione  dei  75  e  presentato  alla  Presidenza
             dell’Assemblea Costituente il 31 gennaio 1947. Cadono l’enunciazione del dirit-
             to e dovere di resistenza del cittadino all’oppressione – che era previsto nel caso
             di violazione da parte dei poteri pubblici delle libertà fondamentali e dei diritti
             garantiti dalla Costituzione – e l’elenco dei soggetti tenuti a prestare giuramen-
             to . Inoltre, il riferimento al dovere di disciplina e onore viene sganciato dal
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             dovere che è di tutti (essere fedeli alla Repubblica e osservarne la Costituzione
             e le leggi), disegnando quello che si presenta a questo punto come un obbligo
             di intensità crescente: all’interno della comunità dei cittadini viene ritagliato il
             perimetro di coloro «cui sono affidate funzioni pubbliche» – per i quali alla
             fedeltà si aggiungono disciplina e onore – e spetterà alla legge (ordinaria) stabi-
             lire i casi nei quali questa accresciuta responsabilità dovrà essere ulteriormente
             sottolineata con il giuramento.
                  L’introduzione  della  fedeltà  in  una  Costituzione,  in  realtà,  non  è  una
             mossa priva di rischi, soprattutto se non si intende rinunciare alla ricchezza del
             suo campo semantico. La persona fedele – questa è la definizione offerta nel
             vocabolario on line Treccani – è la persona «che risponde alla fiducia di cui
             gode, o è costante nell’amore, nei rapporti affettivi». La fedeltà può dunque
             essere di impiegati e amministratori così come degli sposi. Ma il termine si
             applica anche a «chi ha fede in istituzioni profane o è comunque devoto a una
             causa, a un ideale, a una persona, a un organismo, ecc.». La dimensione esterio-
             re delle azioni e dei comportamenti e quella interiore della devozione si riflet-
             tono normalmente l’una nell’altra (basti pensare, appunto, al vincolo coniugale
             e alle difficoltà che inevitabilmente si pongono quando si genera un disallinea-
             mento), ma devono essere tenute concettualmente distinte. Jean Meslier, per
             fare solo un esempio, fu a lungo il parroco del piccolissimo paese di Etrépigny,
             «esemplare per l’austerità dei costumi e la carità delle opere». Ma è per i mano-
             scritti che furono trovati dopo la sua morte che ha guadagnato un posto d’ono-
             re nella storia dell’illuminismo francese, come punto di riferimento della critica
             a tutte le religioni rivelate e della fondazione di una dottrina materialistica e
             atea . Per riconoscere e lodare la fedeltà accontentarsi di una conformità este-
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             riore misurabile in termini di esattezza e precisione può apparire troppo poco.

             (1)  Nell’art.  51  del  Progetto  erano  indicati  «il  Capo  dello  Stato,  i  membri  del  Governo,  i
                  Presidenti delle Deputazioni regionali, i magistrati, le forze armate e quelle assimilate».
             (2)  Cfr. A. Babolin, Meslier, Jean, in Enciclopedia filosofica, Milano, Bompiani, 2006, vol. 8, pp. 7325-
                  7326.

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