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LIBRI




               In più, la costruzione del Muro di Berlino contribuì a consolidare questo senti-
             mento di sfiducia rappresentando, sia in seno all’opinione pubblica sia nella classe
             politica tedesca, un duro colpo, in quanto evidente conferma dell’inutilità di tutti
             gli sforzi compiuti per integrarsi nella comunità internazionale dell’Occidente e per
             sperare in una Germania unita.
               In questo frangente si inserisce la figura del Burgmeister di Berlino, Willy Brandt,
             astro nascente del partito SPD, che, con la sua Ostpolitik (politica verso est), una
             volta  nominato  Cancelliere,  aprirà  il  dialogo  con  la  Repubblica  Democratica
             Tedesca (RDT) che è riconosciuto, ad oggi, come l’avvenimento chiave nel riavvi-
             cinamento delle due Germanie. Ciononostante, all’epoca, nel contesto della guerra
             fredda, la sua politica di apertura venne percepita come altamente controversa e,
             pertanto, vivacemente criticata sia all’interno che all’esterno della Germania.
               Rapporti diplomatici, cogenza della Guerra fredda, lo spettro dei partiti comu-
             nisti,  la  politica  imperialista  statunitense,  il  piano  Marshall,  la  Nato,  il  Muro  di
             Berlino, la presidenza di John Fitzgerald Kennedy e la crisi missilistica di Cuba: un
             contesto in cui le ambizioni di Bonn, capitale della Germania Ovest, hanno spesso
             faticato a conciliarsi con gli obiettivi di Washington; dove i singoli leader, a partire
             da Adenauer, hanno provato a “fare la storia” in una cornice di vincoli ed emozio-
             ni. In tale contesto, lo studio della storia si è avvalso degli aspetti emotivi dei suoi
             protagonisti, per dare al lettore un quadro completo della Realpolitik che ha carat-
             terizzato quegli anni.
               Ancora oggi nella politica internazionale la Germania ha spesso assunto posi-
             zioni scomode rispetto agli Stati Uniti (seconda guerra in Iraq, guerra in Libia, coo-
             perazione economica con la Russia e la Cina), un’autonomia strategica che tuttavia
             non ha mai messo in discussione quel legame occidentale che è alla base della
             Germania moderna.
               Nell’ultimo capitolo dell’opera, l’autore orienta il suo sguardo sul nostro Paese,
             cercando di accomunare la storia della Germania Occidentale, alla nostra, mostran-
             do come Alcide De Gasperi avesse finalità simili, se non coincidenti, a quelle di
             Adenauer, orientate “verso la ricostruzione e il reinserimento dell’Italia nella comu-
             nità internazionale”, al termine di una guerra della quale condivideva la responsa-
             bilità. Entrambe, inoltre, erano “esposte a colpi di mano di matrice comunista, la
             Germania per via di un sempre possibile attacco da est e l’Italia in ragione della
             forza del Partito comunista”.

                                                                           Tenente Colonnello
                                                                          Massimo Amadio
















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