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DOTTRINA
Ogni epoca vive di timori, fondati o meno, ai quali il diritto deve, o
dovrebbe, rispondere con la censura dei comportamenti di volta in volta eti-
chettati come pericolosi: al tempo del Gaming Act, ad esempio, v’era, nell’inten-
zione del legislatore, l’esigenza di fare in modo che al dilagare dell’azzardo, con-
nesso alla nascita di giochi sempre nuovi e accattivanti per lo scommettitore bri-
tannico, fosse messo un freno .
(14)
Quasi due secoli dopo, ci si è accorti che, se adeguatamente regolamentato,
il gioco d’azzardo avrebbe potuto costituire una voce molto importante delle
entrate statali , tale per cui il gambling, anziché scoraggiato, andava per certi
(15)
versi incoraggiato, in un’ottica più ampia di liberalizzazione del fenomeno, ma
sempre sotto lo sguardo vigile della legge, che aveva il compito di limitare il più
possibile gli effetti indesiderati di siffatta apertura.
Con il Gambling Act del 2005 viene eliminata tutta una serie di divieti -
(16)
che, peraltro, erano già stati oggetto di modifica con diversi provvedimenti
intermedi - per concentrarsi su obiettivi diversi e più “moderni” rispetto alle
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rationes sottese alle norme precedenti, e, precisamente:
a)impedire che il gambling potesse diventare un’attività di supporto al cri-
mine organizzato;
b)assicurare che il gioco fosse praticato in modo equo e aperto;
c)proteggere i bambini e le persone vulnerabili dai rischi del gioco d’az-
zardo.
Con il ventunesimo secolo, dunque, si palesano altre priorità rispetto a ciò
che accadeva nell’Ottocento, prima fra tutte la necessità di scoraggiare la com-
mistione delle imprese di gambling con la criminalità organizzata.
Con il Gambling Act viene realizzata, inoltre, quell’apertura liberista nei
confronti delle imprese di gambling, che passa dalla constatazione per la quale
gli operatori del settore rappresentano una risorsa molto importante per lo
Stato, tanto dal punto di vista tributario, quanto in una prospettiva di crescita
(14) Quando non veniva proibito tout court il gioco d’azzardo, erano inseriti degli articoli nei
quali si poneva un tetto massimo alle scommesse che era possibile effettuare, ponendo spe-
cifici obblighi anche in capo ai nobili locali, che avrebbero dovuto esercitare un potere di
controllo sui loro servi e collaboratori, in modo tale per cui questi ultimi non superassero
mai la soglia delle cifre giocabili.
(15) Fijnaut C., Little A., The Regulation of Gambling: European and National Perspectives, Martinus
Nijhoff Publishers, Leiden, 2007 pp. 88-90.
(16) Il testo di legge, aggiornato al 2021, data di entrata in vigore degli ultimi emendamenti, è
disponibile alla pagina:
https://www.gov.uk/government/publications/review-of-the-gambling-act-2005-terms-of-
reference-and-call-for-evidence/review-of-the-gambling-act-2005-terms-of-reference-and-
call-for-evidence.
(17) Vedi nota 8.
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