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DOTTRINA
In particolare, la funzione genitoriale del giocatore d’azzardo decade
rispetto all’importante risposta che egli dovrebbe fornire ai bisogni del figlio:
questa risposta ai bisogni è modulata dal ritmo del gioco del genitore. Inoltre,
il coniuge non giocatore potrebbe riporre nei figli fantasie di sostegno e risolu-
zione di problemi. Questa alterata relazione familiare può caricare eccessiva-
mente i minori coinvolti, i quali potrebbero assumere su loro stessi la respon-
sabilità di cercare una soluzione .
(12)
Vivere accanto ad un genitore con grave disturbo da gioco d’azzardo può rap-
presentare per un bambino un trauma tale da compromettere il senso di fiducia: chi
doveva proteggerlo lo ha, invece, reso responsabile delle problematiche che la pato-
logia porta con sé. Il bambino che vive in una famiglia dove c’è un problema di
gioco patologico grave è spesso trascurato sia fisicamente che emotivamente; spesso
deve occuparsi dei suoi fratelli e sorelle minori; può essere testimone o vittima di
violenza verbale e fisica; può pensare di essere la causa dei problemi del genitore. La
letteratura scientifica riporta una significativa presenza di fattori di rischio psicoso-
ciale in questi bambini che possono arrivare a manifestare gravi sintomi fino al
(13)
disturbo da stress post traumatico, disturbi depressivi e d’ansia e tentativi suicidari.
Da adolescenti i figli di giocatori patologici mostrano comportamenti a
rischio a livelli maggiori rispetto ai loro compagni di classe, come: gioco pato-
logico, fumo di tabacco, consumo di alcol e droghe, tendenza a sovralimentarsi,
disturbi antisociali o della condotta. Questo aspetto rappresenta uno dei pro-
blemi legati al disturbo da gioco d’azzardo più subdoli e più sottostimati.
4. Possibili trattamenti psicoterapeutici
I trattamenti psicoterapeutici del disturbo da gioco d’azzardo sono stati
valutati grazie a diverse revisioni sistematiche dei risultati pubblicati in letteratura.
La revisione pubblicata sulla Cochrane Library nel 2012 ha messo a confronto la
(14)
terapia cognitivo-comportamentale (TCC), la terapia del colloquio motivazionale
(CM), la terapia integrativa e altre terapie psicologiche. Questa analisi sostiene l’ef-
ficacia della TCC nella diminuzione dei sintomi e del comportamento di gioco
patologico subito dopo la terapia, ma sottolinea come la durata dell’effetto tera-
peutico sia ancora sconosciuta. Inoltre, evidenzia alcuni benefici della terapia del
colloquio motivazionale come la diminuzione della frequenza di gioco.
(12) Capitanucci D., Figli d’azzardo. Gioco d’azzardo patologico e trascuratezza dei figli: un tema di cui occuparsi;
in F. Picone (a cura di), Il Gioco d’azzardo patologico. Prospettive teoriche ed esperienze cliniche,
Carocci ed., 2010.
(13) Milosevic A. (2010).
(14) Cowlishaw S. (2012).
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