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IL GIOCO D’AZZARDO
                        ASPETTI PSICOLOGICI, PSICOPATOLOGICI E LA TUTELA NORMATIVA




                    In Italia, per arrivare all’inquadramento di un disturbo legato alla salute
               mentale, si fa riferimento principalmente al Manuale Diagnostico e Statistico
               dei Disturbi Mentali (Diagnostic and Statistical Manual of  Mental Disorders), redatto
               dall’American Psychiatric Association (APA), in continuo aggiornamento e giunto,
               nel 2013, alla sua quinta edizione, comunemente nota con l’acronimo DSM-5.
                    In questa ultima versione, i segni e i sintomi legati al gioco d’azzardo che
               una persona può provare e manifestare, sono classificati come un vero e pro-
               prio comportamento problematico, persistente o ricorrente, che porta il sog-
               getto a provare disagio o compromissione della sua vita, in una maniera clini-
               camente significativa .
                                   (3)
                    Questa patologia venne classificata per la prima volta nella terza edizione
               del DSM, nel 1980, quando fu inclusa tra i disturbi del controllo degli impulsi
               con la dicitura gioco d’azzardo patologico: in quel tempo fu centrata la diagnosi
               sull’impossibilità del soggetto a resistere all’impulso di giocare.
                    Il progredire delle ricerche portò ad aggiungere, già nella revisione del
               DSM III, tra i criteri da considerare ai fini della diagnosi, elementi quali la pre-
               occupazione, gli sforzi ripetuti per smettere di giocare e l’astinenza, che sono
               condivisi con i disturbi da uso di sostanze. Però, fino alla revisione del DSM IV,
               che l’APA pubblica nel 2000, il gioco d’azzardo patologico resta classificato tra
               i disturbi del controllo degli impulsi, anche se le indicazioni fornite da molti
               studi portano a raffinare i criteri diagnostici per la diagnosi.
                    Ad esempio, per la prima volta la presenza di problemi legali e l’uso del
               gioco vengono inquadrati come mezzo di regolazione dell’umore e di evasione
               dalla realtà .
                          (4)
                    Solo nel corrente DSM-5 la patologia viene classificata come una forma
               di dipendenza comportamentale, come entità clinica e neurobiologica, e viene
               collocata tra i disturbi correlati a sostanze e disturbi di addiction, assumendo la
               nuova nomenclatura di disturbo da gioco d’azzardo.
                    Le alterazioni del comportamento che si osservano nella dipendenza da
               gioco,  come  nelle  altre  forme  di  addiction,  sono  interpretabili  sulla  base  del
               modello della ricompensa cerebrale: l’ideazione e l’azione del gioco producono
               effetti gratificanti e ritenuti fortemente euforizzanti dal soggetto dipendente,
               inoltre essi rinforzano una serie di comportamenti associati (5) (6) .
               (3)   American  Psychiatric  Association.  Diagnostic  Statistical  Manual  of   Mental  Disorders,  5   ed.,
                                                                                       th
                    Arlington, VA: APA; 2013.
                                                                                   th
               (4)   American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistical Manual of  Mental Disorders, 4  ed., Text
                    Revision (DSM-IV-TR), Washington, DC: APA; 2000.
               (5)   Goldstein R.Z. (2002).
               (6)   Petry N.M. (1999).

                                                                                        113
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