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IL RUOLO DELL’ARMA DEI CARABINIERI NEL CONTRASTO
ALLE PRATICHE COMMERCIALI SLEALI
fino a quella della immissione in commercio di alimenti - siano costrette a sot-
tostare a condizioni contrattuali deteriori, con effetti anticompetitivi. Si pensi
alla predisposizione di contratti in serie, che impegnano, in aree geograficamen-
te omogenee, al conferimento di prodotti al di sotto della soglia di profittabilità:
condizione che, in modo tipico, rivela l’agire sistematicamente illecito la cui rile-
vanza penale discende dalla minaccia, esercitata su qualsiasi operatore che non
voglia conformarsi a tale sistema, di non ritirare la produzione.
D’altra parte, il condizionamento dell’economia legale appare ancor più
preoccupante nel momento in cui viene a decadere l’esteriore offensività del
metodo intimidatorio, con l’adesione ad un accordo spontaneo delle imprese
soggiacenti ai fini dell’erogazione dei servizi dell’associazione per spuntare con-
dizioni migliori nella competizione.
A fronte della dimostrata infiltrazione nell’economia del settore, la circo-
stanza che sia stata, finora, negata la consapevolezza dell’esistenza di peculiari
accordi per controllare e gestire tutte (o alcune) le fasi della filiera e la mancanza
di una norma appositamente posta, spiegano il debole contrasto a condotte di
reato plurisoggettive e di natura frodatoria, imputabili ad apparati imprendito-
riali dotati di know how relazionale e professionale necessario per mimetizzarsi
nell’economia legale. Le attività della criminalità organizzata si espandono nelle
zone d’ombra dell’economia dove le singole imprese diventano obiettivo vulne-
rabile nella dinamica descritta della concorrenza sleale.
E, dal momento che alcune prassi instaurate lungo la filiera risultano stru-
mento distorto o malinteso di ricerca dell’efficienza, incidendo sulla struttura
dei prezzi, resta difficile separare il profilo dell’impresa operante in un contesto
di base lecito da quello dell’impresa criminale, dato che il turbamento della
libertà dell’iniziativa economica configura un aspetto di significativa aggressio-
ne dei valori costituzionali.
In termini di responsabilità si tratta, ad esempio, di reprimere la condotta
di ogni imprenditore agricolo che tenda a mimetizzare dietro la regolarità dell’in-
gaggio della forza lavoro la presenza, in azienda, di personale al di fuori di una
effettiva analisi concorrenziale in termini di costi. Una serie di indicatori ogget-
tivi, a partire dalla determinazione dei costi della manodopera risultanti dal
rispetto dei minimi salariali retribuiti, possono consentire al giudice la commisu-
razione di un prezzo a cui agganciare ragionevolmente il valore della cessione
anche in una logica di salvaguardia del lavoro e di contrasto del caporalato .
(28)
(28) Cfr. il mio Del caporalato: i «dilemmi» della repressione penale senza la tutela dei diritti sociali, in Le
tutele del lavoro, Quaderno del LXX Corso di legislazione sociale per militari dell’Arma dei
Carabinieri, 5 ottobre - 7 dicembre 2020, a cura di F. DI MARZIO, Milano, 2021.
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