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DOTTRINA




                  Ad ogni modo, il fatto che il comportamento aggressivo sia visto come
             caratteristica peculiare di alcune personalità ha introdotto anche lo studio delle
             neuroscienze al fine di approfondire la fisiologia cerebrale, per capire se il com-
             portamento aggressivo sia dovuto a determinate patologie o imperfezioni di
             specifiche aree del cervello.
                  Gli studi di Hess, Bucy, Delgado e MacLean hanno riguardato la relazione
             tra aggressività e aree neurali e, in particolare, Paul Donald MacLean ha elabo-
             rato una teoria triunitaria sull’organizzazione evolutiva del cervello umano e la
             sua  trasformazione  morfologica  che  riuscirebbe  a  spiegare  taluni  comporta-
             menti delittuosi, come quelli dei reati d’impeto, nei quali si evidenziano condotte
             generate sotto la spinta degli istinti o dell’emotività .
                                                              (13)
                  Altre teorie neurofisiologiche e ricerche approfondite hanno dimostrato
             che l’attività psichica di un individuo normale è regolata da particolari sostanze,
             i  neurotrasmettitori  e  i  neuromodulatori  che  agiscono  nell’organismo  con
             impulsi bioelettrici, biochimici, neurormonali e neuroendocrinologici.
                  La psicofisiologia ha, quindi, fornito importanti dati sulle relazioni tra atti-
             vità del sistema nervoso autonomo e violenza .
                                                         (14)
                  Tra i parametri più diffusamente utilizzati si ricordano la conduttanza
             dell’epidermide,  la  frequenza  cardiaca ,  il  rilascio  dei  neurotrasmettitori,
                                                   (15)
             degli ormoni , l’interazione tra produzione ormonale e comportamento ,
                                                                                      (17)
                         (16)
             un’alterazione  dell’equilibrio  chimico  dei  due  messaggeri  cerebrali  come  la

             (13)  J. KLAMA, L’aggressività, realtà e mito, Bollati Boringhieri, 1991, Torino, pag. 49. Secondo l’ap-
                  proccio adottato da MacLean, “ci sono regioni specifiche del cervello che controllano aspetti
                  specifici del comportamento”.
             (14)  E.J. KEMPF, The autonomic functions and the personality, Kessinger Publishing, 2006; Y. MICHAUD,
                  La violenza, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1992, pag. 93. Secondo le analisi effettuate
                  da Delgado, “stimoli dell’ippocampo scatenano crisi di aggressione” il quale scrive: “i neurofisiologi […]
                  distinguono tipi di aggressività diversi a seconda dei circuiti neurologici in discussione”. Nel 1937 Kluver
                  e Bucy osservarono che, nella scimmia, la rimozione bilaterale del lobo temporale, che oltre
                  alla corteccia temporale non limbica comprende anche l’amigdala e l’ippocampo, provocava
                  una  particolare  sindrome  comportamentale.  Gli  animali,  che  prima  dell’intervento  erano
                  molto selvatici, diventavano mansueti, mostravano scarse reazioni emotive, un considerevole
                  aumento  dell’appetito  sessuale;  verificarono,  inoltre,  che  l’ablazione  dell’ippocampo  è
                  responsabile di alcuni deficit di memoria; A. SIEGEL, C.B. POTT, Neural subtrates of  aggression and
                  rage in the cat, Progress in Psychobiology and Physiological psychology, pag. 135. Flynn distinse due
                  forme diverse di comportamento aggressivo, che dipendono dalla stimolazione di aree cere-
                  brali diverse e soprattutto dall’attivazione di aree distinte dell’ipotalamo: l’attacco affettivo o
                  emotivo e l’attacco predatorio o quieto.
             (15)  A.  RAINE,  Autonomic  nervous  system  activity  and  violence,  in  D.M.  STOFF,  R.B.  CAIRNS  (Eds),
                  Aggression  and  Violence:  Genetic,  Neurobiological,  and  Biosocial  Perspectives,  pag.  145,  Lawrence
                  Erlbaum Associates, Publishers, Mahwah, New Jersey, 1996.
             (16)  G.V. CAPRARA, A. GENNARO, Psicologia della personalità, Il Mulino, Bologna, 1994, pag. 292.
             (17)  J.W. KALAT, Biopsicologia, EdiSES, 2004.

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