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DALLA DEVIANZA ALLA DELINQUENZA




                    Cambia, pertanto, l’approccio all’autore e al reato. Tutto diventa più arti-
               colato e l’indagine richiede studi, approfondimenti, rispolvero di teorie vecchie
               e nuove per tentare di arginare la diffusione esponenziale dell’illecito.
                    La complessità delle condotte è tale da richiedere un ampio approfondi-
               mento per ogni settore d’indagine e questo è il compito originario della crimino-
               logia, che muovendo dal concetto di devianza e utilizzando, da subito, gli inse-
               gnamenti della scuola Classica, di quella Positiva, per poi arrivare ai più attuali
               mezzi d’indagine (criminal profiling, cinesica, prossemica, intervista cognitiva, ecc.)
               potrà effettuare l’analisi del reato, dell’autore e della vittima. Senza negare -
               come vedremo più avanti - che la devianza possa essere collegata a fattori defi-
               citari individuali, familiari, ambientali e sociali che operano come concause.
                    Va perciò sempre più emergendo l’opportunità di prendere in considera-
               zione il soggetto deviante, la sua individualità e la sua capacità di interagire e
               reagire alle oggettive condizioni di vita .
                                                     (2)
                    Il tutto per cercare di prevenire anziché curare, laddove una terapia retri-
               butiva e preventiva, veramente efficace, non è stata ancora del tutto trovata,
               come testimoniano gli effetti del carcere sul minore o sui soggetti responsabili
               di fattispecie bagatellari, costretti ad un ambiente difficilmente dissuasivo, scol-
               lato dalla realtà esterna e pregno di dinamiche logoranti, spesso lontane da un
               effettivo percorso di reinserimento .
                                                 (3)
                    A questo proposito sono state elaborate varie scuole di pensiero, durante
               diverse epoche storiche, per andare più a fondo nello studio del deviante, nella
               convinzione che una maggiore conoscenza possa contribuire a distoglierlo dal
               crimine. Si è partiti con le teorie biologiche, per individuare il tipo somatico pre-
               dominante,  ricercato  anche  nella  configurazione  cromosomica  dei  criminali
               violenti  e  nei  fattori  neurologici  che  determinerebbero  sindromi  associate  a
               comportamenti aggressivi.
                    È stato analizzato il fenomeno della devianza con strumenti legati a teorie
               psicologiche e psichiatriche, spostando l’attenzione sui tratti della personalità e
               del carattere, utilizzando particolari test per individuare quei tratti specifici della
               personalità associati al comportamento deviante come l’immaturità, l’anaffettività,
               la debole strutturazione dell’io, l’aggressività.
                    Si è considerato il processo generativo del comportamento in stretta rela-
               zione con le carenze del contesto familiare, per irrilevanza della figura paterna,
               per le disgregazioni familiari, ecc.

               (2)  A. CERETTI, L. NATALI, Cosmologie violente. Percorsi di vita criminale, Cortina ed., Milano, 2009,
                    pag. 428; K. LORENZ, L’aggressività, Il Saggiatore tascabili, Milano, 2008, pag. 370.
               (3)  C. GOBBI, M. MENGOZZI (a cura di), La ferita della pena e la sua cura, Loffredo editore, Napoli, 2021.

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