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DOTTRINA




                  È quindi necessario conoscere le caratteristiche dei più frequenti disturbi
             psichici per comprendere in che modo questi possano incidere sul comporta-
             mento criminoso. La psicopatologia, giunge in soccorso, cercando di individuare
             i  sintomi  e  i  segni  di  una  malattia  o  di  un  disturbo  mentale  e  il  Manuale
             Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM) , curato dalla American
                                                                (22)
             Psychiatric Association (APA), “codifica” tali forme di malattia .
                                                                      (23)
                  Se nel caso di insufficienze gravissime  il rapporto diretto con la crimi-
                                                       (24)
             nalità è chiaramente nullo, i portatori di handicap meno gravi possono diventare
             strumenti nelle mani della criminalità organizzata, ovvero vittime dello sfrutta-
             mento o realizzare forme di devianza non criminose, quali il vagabondaggio e
             l’accattonaggio.
                  Dal punto di vista criminologico, nessun rapporto causale è, invece, emerso
             tra nevrosi e criminalità. Eccezioni rare sono rappresentate dal minore affetto
             da senso di colpa che compirebbe il reato per un bisogno di espiazione, diverso
             dal minore che con il comportamento anti-sociale vuole attirare su di sé l’atten-
             zione, la considerazione altrui o al contrario ribellarsi alle regole .
                                                                           (25)
                  Tali comportamenti, se trasformati in fatti contra ius, risultano per lo più
             legati a disturbi come cleptomania e la piromania .
                                                            (26)


             3.  La funzione dei processi di socializzazione
                  È a tutti evidente come i processi di socializzazione intendano condurre
             l’individuo ad uno stile di vita regolato da norme e comportamenti conformi
             alla cultura dominante.


             (22)  Nel 1952 nasce il DSM I (Diagnostic and Statistical Manual of  Mental Disorders) con successive
                  edizioni fino all’attuale (pubblicato nel 2000) DSM IV TR (Text Revision) che assegna codici
                  numerici alle varie patologie. Il DSM-V è in fase di pianificazione, e dovrebbe essere pubbli-
                  cato  intorno  al  2011.  American  Psychiatric  Association,  Manuale  diagnostico  e  statistico  dei
                  disturbi mentali (DSM-IV). Tr. it. Masson, Milano 1996.
             (23)  G. PONTI, Compendio di criminologia, Cortina, Milano 1999. Vi sono relazioni tra difetti neuro-
                  logici ed aggressività attraverso esami elettroencefalografici e TAC che avrebbero evidenziato
                  in  soggetti  violenti,  pregresse  lesioni  all’encefalo  o  disturbi  di  varia  natura,  manifestatisi
                  durante lo sviluppo o acquisiti in seguito. È stato constato che nei soggetti violenti esisterebbe
                  un ritardo di maturazione in quanto anche in età matura gli elettroencefalogrammi eviden-
                  zierebbero segni tipici dell’infanzia.
             (24)  M. PISSACROIA, Trattato di psicopatologia della adolescenza, Piccin Nuova Libraria, Padova, 1998.
             (25)  F. ALEXANDER, H. STAUB, Il delinquente, il giudice e il pubblico, Giuffrè, Milano, 1978. Secondo
                  Alexander e Staub vi sono differenti tipologie di personalità devianti tra le quali il “delin-
                  quente nevrotico” e il “delinquente sistemico-relazionale” (che è espressione delle relazioni
                  familiari distorte).
             (26)  V.L. CASTELLAZZI, Psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza. Le psicosi, LAS, 1991; M. MAHLER,
                  (1968), Le psicosi infantili, trad. it. Boringhieri, Torino, 1972.

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