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LEADERSHIP E DISIMPEGNO MORALE




                    Tuttavia, come dimostra lo studio di Caravita, Sijtsema, Rambaran, Gini,
               del 2013, i livelli di disimpegno morale variano con l’età, a partire già dalla tarda
               infanzia, e, nella fase preadolescenziale, dipendono fortemente dall’influenza
               sociale esercitata dal gruppo dei pari, che, quindi, ricopre un ruolo fondamen-
               tale nello sviluppo del disimpegno morale di un individuo.
                    Esistono, tuttavia, delle strategie che si possono attuare per contrastare le
               condotte immorali, che spesso possono evolvere in comportamenti antisociali,
               dovute ad alti livelli di disimpegno morale. Nonostante tutto, infatti, gli esseri
               umani sono in grado di attuare comportamenti in contrasto con esso. Bandura
               fa notare che la maggioranza delle persone tende a non compiere azioni lesive,
               anche se viene ordinato loro dall’autorità in carica, come dimostra anche l’espe-
               rimento di Milgram del 1974, e mette in evidenza il potere della compassione,
               intesa come «desiderio e sforzo di alleviare la sofferenza altrui» .
                                                                             (13)
                    La compassione dipende sia da strutture innate sia dalle esperienze condivise
               con gli altri, le quali hanno, in realtà, un impatto maggiore rispetto ai fattori innati;
               pertanto, se si sviluppa un senso di autoefficacia empatica, la quale promuove
               il comportamento prosociale, che, per natura, si contrappone al disimpegno
               morale, si è cioè in grado di partecipare alle difficoltà altrui, offrendo aiuto e
               innalzando i livelli di moralità e di umanizzazione .
                                                               (14)
                    Bustamante e Chaux nel 2014 hanno condotto una ricerca nella quale pren-
               dono in esame delle modalità di intervento scolastico-pedagogico per ridurre i
               livelli di disimpegno morale negli adolescenti. I due autori hanno selezionato un
               campione di 116 adolescenti di quattordici anni di età, suddividendoli in tre gruppi,
               di cui il primo è stato sottoposto a un intervento che si basava sul pensiero critico
               e sulla regolazione sociale; l’intervento del secondo gruppo, invece, era basato sul
               giornalismo comportamentale, che consiste nell’esporre, in forma giornalistica,
               un evento caratterizzato da una condotta moralmente discutibile e giustificarlo, e
               sulla persuasione finalizzata al cambiamento delle credenze riportate nell’articolo;
               il terzo gruppo era di controllo. I risultati hanno messo in luce che il primo tipo
               di intervento ha un impatto significativamente maggiore rispetto agli altri due
               gruppi sulla riduzione delle giustificazioni morali e di altri comportamenti moral-
               mente disimpegnati, come il rubare tra compagni di classe. Questo studio ricopre
               un ruolo rilevante nella letteratura scientifica, poiché, non essendo state con-
               dotte molte ricerche sui possibili interventi per il disimpegno morale, dimostra
               che esso può essere ridotto in ambito scolastico, tramite progetti pedagogici .
                                                                                         (15)
               (13)  BANDURA, 2016, pag. 116.
               (14)  BANDURA, 2016, cit.
               (15)  BUSTAMANTE e CHAUX, 2014.

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