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DALLA DEVIANZA ALLA DELINQUENZA
Dal concetto originale di Freud, delinquenza per senso di colpa, si è pas-
sati al concetto di ferita narcisistica, che sta alla base del passaggio fra la psicoa-
nalisi primigenia e la psicoanalisi moderna .
(68)
L’opera di Donald W. Winnicott segna questo momento, permettendo di
evidenziare da un lato il contributo dell’ambiente e la nascita di ogni agito anti-
sociale nella carenza e dall’altro la natura antidepressiva di ogni atto aggressivo:
è il concetto di “delinquenza come alternativa alla malinconia” . Su questo
(69)
punto regna ormai un sostanziale accordo fra gli studiosi delle differenti scuole,
per cui si può affermare che la ferita narcisistica è alla base di ogni antisocialità .
(70)
Secondo la teoria analitica di C. G. Jung, la personalità risulta dalla combi-
nazione della causalità con la teleologia. Il comportamento dell’uomo non è
condizionato soltanto dalla sua storia individuale, ma anche dai suoi fini e dalle
sue aspirazioni. Per Jung entrambe le posizioni sono necessarie in psicologia
per giungere a capire perfettamente la personalità. Sia il passato come realtà, sia
il futuro come potenzialità, guidano il nostro comportamento e il fine ultimo
dello sviluppo è rappresentato dall’autorealizzazione .
(71)
Per raggiungere tale scopo è necessario che le diverse istanze della perso-
nalità si differenzino ed evolvano completamente raggiungendo il più alto
grado di differenziazione e di sviluppo. L’uomo nasce già con molte predispo-
sizioni trasmesse dai suoi antenati e queste lo guidano nella sua condotta.
Quindi esiste una personalità collettiva preformata modificata ed elaborata dalle
esperienze che riceve. A tal proposito interviene la psicologia sociale che studia
come le relazioni interpersonali influenzano gli individui. I principali rappresen-
tanti sono A. Adler e E. Fromm. Adler ritiene che quando l’autoaffermazione
e la volontà di potenza vacillano l’individuo cristallizza un senso di inferiorità
che lo spinge verso comportamenti reattivi compensatori .
(72)
(68) Alla fase pionieristica vanno ascritti sicuramente il contributo inaugurale di Freud (1916) sul
delinquente per senso di colpa, quello di Alexander e Staub (1929).
(69) R. ROSSI, E. DI MARCo, La delinquenza come alternativa alla melanconia, in Quaderni di Criminologia
Clinica, 1975; G. DEVEREUX, Social negativism and criminal psychopathology, in Journal of Criminal
Psychopathology, 1940, pag. 1.
(70) D.W. WINNICOTT, La tendenza antisociale (1956), in Il bambino deprivato: le origini della tendenza anti-
sociale, Cortina, Milano, 1987; A. VERDE, Il delinquente pallido, il giudice rosso, la società punitiva e i
media, in Rassegna Italiana di Criminologia, 2003, pag. 14; D.P. FARRINGTON, Advancing knowledge
about the early prevention of adult antisocial behavior, in D.P. FARRINGTON, J.V. COID, editors, Early
prevention of adult antisocial behavior, Cambridge: Cambridge University Press 2003; R. LOEBER, S.
M. GREEN, B.B. LAHEBY, Risk factors for adult antisocial personality, in D.P. FARRINGTON, J.V. COID,
editors, Early prevention of adult antisocial behavior, Cambridge: Cambridge University Press 2003.
(71) E.H. ERIKSON, Infanzia e società, Armando, Roma, 1982, pag. 252.
(72) Precisamente a questo pericolo è esposto ogni bambino il quale, posto in un ambiente di
adulti, è indotto a considerarsi piccolo e debole (cosiddetta inferiorità organica), a stimarsi
incapace e inferiore (sforzo verso il potere).
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