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DOTTRINA
Secondo la sua teoria sull’apparato psichico, la personalità si compone di
tre parti, spesso in conflitto tra loro:
Id o Es (impulsi innati);
Io o Ego (coscienza e razionalità);
Super - Io o Super - Ego (coscienza sociale) .
(61)
Freud collegava, quindi, la criminalità ad un inconscio senso di colpa che
il soggetto prova a causa del complesso di Edipo o di Elettra .
(62)
Freud riteneva che in alcuni criminali si potesse scoprire un senso di colpa pree-
sistente alla commissione del reato e che quest’ultimo non fosse il risultato della
colpa, bensì la sua motivazione. Riferì che molti suoi pazienti, che si sentivano col-
pevoli, commettevano atti antisociali allo scopo di essere arrestati e puniti severamente,
in modo tale da essere liberati dal sentimento di colpa attraverso la punizione .
(63)
Nel caso delle condotte antisociali, quindi, il senso di colpa insorge come
risultato del conflitto tra Super - Io e desideri aggressivi e sessuali infantili ori-
ginati dal complesso edipico .
(64)
La devianza troverebbe, quindi, le sue cause in una inadeguata socializza-
zione .
(65)
In accordo con la tesi freudiana si svilupparono in criminologia numerose
teorie su idee e metodi psicoanalitici .
(66)
Alexander insieme a Staub e Healy, riprendendo i concetti di Freud sul-
l’analisi del comportamento criminale, hanno così formulato una teoria sulla
condotta criminale da interpretarsi come effetto di una carenza nel Super - Io,
inadeguato nel controllo delle pulsioni dell’Es .
(67)
(61) M. KLEIN, Criminalità in Scritti 1921-1958, Boringhieri, Torino, 1978; della stessa autrice,
Tendenze criminali nei bambini normali (1934), in Scritti 1921-1958. Torino: Boringhieri 1978 trad. it;
W.R.D. FAIRBAIN, Studi psicoanalitici sulla personalità, Boringhieri, Torino, 1970.
(62) S. FREUD, Alcuni tipi di carattere tratti dal lavoro psicoanalitico: il delinquente per senso di colpa, in Opere,
vol. 8, 1915, Boringhieri, Torino, 1976.
(63) S. FREUD, Das Unbehagen in der Kultur, GW, 1948, vol. 14 (trad. it. Il disagio della civiltà, OSF,
1978, vol. 10).
(64) A. BALLONI, Criminologia in prospettiva, Clueb, Bologna, 1983; G. CANEPA, Personalità e
Delinquenza, Giuffrè, Milano, 1974.
(65) S. FREUD, La perdita della realtà nella nevrosi e nella psicosi, Boringhieri, Torino, 1978, vol. X, pag. 43.
(66) A questa tendenza non sfuggono i DSM che hanno costruito sull’antisocialità del compor-
tamento e sulla cattiveria addirittura una categoria diagnostica.
(67) F. ALEXANDER, H. STAUB, Il delinquente, il suo giudice, e il pubblico, Giuffré, Milano, tr. it. 1948;
F. REDL, D. WINWMAN, (1951-1952): Bambini che odiano. Vol. 1: Aggressività e disturbi del
comportamento; Vol. 2: Tecniche di trattamento del bambino aggressivo, Bollati Boringhieri, Torino,
tr. it. 1974. La causa prima della criminalità, secondo Redl, è l’incapacità di controllo delle
impulsività da parte del Super - Io, senza tener conto delle eventuali carenze dell’Io, com-
promesso da alcolismo o da malattie varie; A. BALLONI, Criminologia in prospettiva, Clueb,
Bologna, 1983.
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