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Cibo e diritti culturali
Professore
Vito Rubino (*)
Le regole sulla libera circolazione delle merci nel mercato interno dell’Unione europea
hanno da sempre costituito un limite alla rivendicazione di tutele per determinate tradizioni
produttive nazionali non inquadrabili negli schemi dei regimi di qualità DOP, IGP e STG.
In questo articolo si evidenziano alcuni aspetti sociali e giuridici poco dibattuti nella
dialettica giurisprudenziale sviluppatasi negli ultimi settant’anni di integrazione dei mercati
europei: l’esistenza e il ruolo dei cosiddetti “diritti culturali”, nonché il loro impatto sulla
tutela dei prodotti a livello internazionale, Unione europea e nazionale.
Attraverso la ricostruzione normativa e giurisprudenziale della nozione di “diritto cul-
turale” l’Autore pone in evidenza la scarsa considerazione che fino ad oggi la Corte ha riser-
vato a questa categoria giuridica allorquando applicata a questioni commerciali e non a meri
fenomeni sociali. L’articolo propone, quindi, di includere i diritti culturali nella discussione
sul cosiddetto “made in” e nelle strategie di difesa delle vocazioni produttive nazionali, così
da garantire il rispetto di tutti i fattori che concorrono a definire l’identità culturale nazionale,
ivi inclusa l’influenza che le filiere produttive esercitano sulle cosiddette “comunità locali”.
Goods free circulation rules in the European internal market have been always representing a limit
to the claim of protections for certain national production traditions that cannot be included in the DOP,
IGP and STG quality schemes.
This article highlights some little debated social and legal aspects in the jurisprudential dialectic deve-
loped in the last seventy years of European markets integration: the existence and role of the so-called “cul-
tural rights”, as well as their impact on the protection of products at international, EU and national level.
Through the normative and jurisprudential reconstruction of the notion of “cultural law” the Author
highlights the Court’s lack of consideration to this juridical category when applied to commercial matters and not
to mere social phenomena. The article focuses on including them more clearly in the discussion regarding the so-called
“made in” and the defense of specific national production vocations, ensuring respect for all the factors that contri-
bute to defining the national cultural identity, including the impact of production chains on “local communities”.
(*) Professore associato di diritto dell’Unione europea, Università del Piemonte Orientale,
Dipartimento di Sviluppo Sostenibile e Transizione ecologica, Vercelli.
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