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CYBERBULLISMO: LE INSIDIE DELLA RETE




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                  esplicite mai avvenute, attraverso l’uso di strumenti cibernetici (deepfake)  in
                  grado di creare immagini o video falsi. In questi casi, i coetanei che ricevono i
                  messaggi o visualizzano su internet le fotografie o i videoclip non sono necessaria-
                  mente le vittime (come invece prevalentemente avviene nell’harassment e nel
                  cyberstalking) ma per lo più spettatori, talvolta passivi se si limitano a guardare, o
                  attivi se “scaricano” il materiale, lo segnalano ad altri amici, lo commentano e lo
                  votano. Ricordiamo, infine, che la denigration è la forma di cyberbullismo più

                  comunemente utilizzata dagli studenti contro i loro docenti: numerosi sono,
                  infatti, i videoclip gravemente offensivi presenti su internet, riportanti episodi della
                  vita in classe. Anche in questo caso, accanto a materiale reale, è sempre più fre-
                  quente la falsificazione delle scene da parte del cyberbullo;
                        ➣ Impersonation. È il caso di un aggressore che viola l’account della vittima
                  con l’obiettivo di degradarne l’immagine, crearle problemi di varia natura o
                  metterla in pericolo. Pensiamo, ad esempio, al caso dello studente che, impos-
                  sessatosi dell’account di un coetaneo, invia, dalla  mail dell’ignaro proprietario
                  messaggi minacciosi ai compagni di classe o ai docenti;
                        ➣ Outing and Trickery. Con il termine outing si intende l’azione del cyberbullo

                  che, dopo aver ottenuto subdolamente la fiducia di qualcuno, entra in possesso
                  di confidenze (cosiddetto outing), racconti privati o immagini riservate ed intime
                  e decide in un secondo momento, di pubblicarle sui vari mezzi tecnologici. In
                  altri casi, il cyberbullo può sollecitare con l’inganno (cosiddetto trickery) la vitti-
                  ma a condividere online segreti o informazioni imbarazzanti su sé stessa o altri,
                  per poi diffonderli o minacciare di farlo al fine di soddisfare altri scopi;
                        ➣ Exclusion. Con questa tecnica il cyberbullo decide di escludere intenzio-

                  nalmente, con modalità prevaricatoria, un soggetto da un gruppo online (lista di
                  amici), da una chat, da un game interattivo o da altri ambienti privati. L’exclusion
                  può altrimenti essere una vera e propria punizione impartita dal gruppo di pari
                  che, determinando una sorta di isolamento “costretto”, riducono la vittima a
                  una condizione di sudditanza;
                        ➣ Cyberbashing (maltrattamento informatico) o happy slapping. Consistono in
                  comportamenti criminali che hanno inizio nella vita reale e che poi proseguono
                  con caratteristiche diverse online. Prendiamo, ad esempio, il caso di un gruppo
                  di ragazzi che percuotono un loro coetaneo, mentre altri registrano un video
                  dell’aggressione. Le immagini vengono pubblicate (talvolta anche in diretta, in

                  maniera  live) sulla Rete, visualizzate da utenti i quali, pur non partecipando


                  (14)  La violenza domestica: un male dai tanti volti (seconda parte), pagg. 49-66, in Rassegna dell’Arma dei
                        Carabinieri - Periodico trimestrale a carattere tecnico-scientifico-professionale a cura della
                        Scuola Ufficiali Carabinieri - n. 2, Anno LXVIII aprile/giugno 2021.

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