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CYBERBULLISMO: LE INSIDIE DELLA RETE




                        Col termine cyber s’intende tutto ciò che ha a che fare con la tecnologia e che
                  è generato da essa; col termine “bullismo” s’intendono comportamenti malevoli
                  ai danni di una persona, la vittima, che non è in grado di difendersi da sola.
                  Quindi, il cyberbullismo riguarda tutte quelle forme di prevaricazione volonta-
                  ria, aggressiva e ripetitiva, attuate da un singolo o da un gruppo di persone,
                  mediante gli strumenti della Rete.
                        Molte ricerche rivelano come sussista una stretta correlazione tra le vittime

                  del cyberbullismo e le vittime del bullismo tradizionale: l’ipotesi è che bullismo e
                  cyberbullismo possano essere due diverse manifestazioni dello stesso problema
                                                                    (3)
                                                                          (4)
                  sottostante. A tal proposito Patchin e Hinduja  e Li  hanno rilevato che i ragazzi
                  che dicono di essere stati vittime o aggressori nelle dinamiche di bullismo tradi-
                  zionale hanno una probabilità molto più alta, circa due volte e mezzo, degli altri
                  adolescenti di essere rispettivamente vittime o aggressori nelle dinamiche di
                  cyberbullismo. Altri lavori   (5)(6)  confermano questa tendenza dimostrando una
                  sovrapposizione tra i due fenomeni e concludendo come il cyberbullismo possa
                  avere origine in contesti offline per poi propagarsi attraverso le nuove tecnologie.
                                               (7)
                        Un dato interessante  è rappresentato inoltre dal fatto che, accanto alla
                  continuità nei processi di vittimizzazione e di aggressione tra contesti offline e
                  online, sono emerse prove anche a favore dell’ipotesi di una trasposizione tra
                  ruoli. Così che, chi è stato vittima di bullismo può diventare aggressore online,
                  invertendo il ruolo nei due contesti, spinto verosimilmente dalla disinibizione
                  favorita dall’anonimato e dal desiderio di vendetta.

                  (3)   PATCHIN J. W., HINDUJA S. (2006), Bullies move beyond the schoolyard: a preliminary look at cyberbul-
                        lying, Youth Violence and Juvenile Justice, 4(2), 148-169; PATCHIN J. W., HINDUJA S. (2007),
                        Cyberbullying: an exploratory analysis of  factors related to offending and victimization, Deviant Behavior;
                        PATCHIN J. W., HINDUJA S. (2007), Offline consequences of  online victimization: school violence and
                        delinquency, Journal of  school violence, 6(2007).
                  (4)   LI (Canada, 2006) ha svolto un’indagine su 264 studenti di età compresa tra i dodici e i quat-
                        tordici anni. Circa il venticinque per cento riferisce di aver subito cyberbullismo, mentre il
                        diciassette per cento afferma di aver posto in essere condotte di cyberbullismo nei confronti
                        di un coetaneo. In un recente studio, BERAN e LI (2007) hanno scoperto che la percentuale
                        di studenti vittime di cyberbullismo è salita al trentacinque per cento.
                  (5)   YBARRA e MITCHELL (USA, 2004) hanno svolto una ricerca su 1.501 studenti di età compresa
                        tra i dieci e i diciassette anni che usano regolarmente internet. Il dodici per cento ha riferito
                        di essere diventato aggressivo con qualcuno, online, mentre il quattro per cento afferma di
                        aver subito aggressioni. Il tre per cento dichiara, inoltre, di aver qualche volta subito cyber-
                        bullismo, altre volte di essersi comportato aggressivamente online. Gli autori ipotizzano, allora,
                        che alcune vittime di bullismo (reale) possano usare internet per attaccare gli altri, e vendi-
                        carsi online delle offese subite nella vita reale.
                  (6)   RASKAUSKAS e STOLTZ (USA, 2007) in uno studio su ottantaquattro studenti, di età compresa
                        tra i tredici e i diciotto anni, hanno riscontrato che il quarantanove per cento ha subito cyber-
                        bullismo, mentre il ventuno per cento ha riferito di essere un cyberbullo.
                  (7)   YBARRA MICHELE L., KIMBERLY J. MITCHELL, Youth engaging in online harassment: Associations with care-
                        giver-child relationships, Internet use, and personal characteristics, Journal of  adolescence, 27.3 (2004): 319-336.

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