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IL RUOLO DELLA BIOLOGIA E DELLA GENETICA FORENSE
                                NELL’ASSISTENZA ALLE VITTIME DI VIOLENZA



                     Le feci sono costituite dal 75% di acqua e dal 25% di sostanze solide che
               derivano prevalentemente da residui alimentari non digeribili (cellulosa e chera-
               tina), batteri non patogeni, acqua, muco e, in minor misura, da cellule epiteliali
               e frammenti cellulari della mucosa gastro-intestinale, pigmenti biliari modificati,
               proteine. Pur non trattandosi di un reperto comune a molte fattispecie delittuo-
               se, sicuramente le feci vengono invece rilevate in molti reati di violenza sessuale,
               come  conseguenza  di  rapporti  anali,  o  sugli  indumenti  della  vittima  stessa,
               oppure (e in tal caso diventano molto significative), su indumenti o oggetti del
               sospettato. Le tracce di natura fecale non sono associate a specifici biomarcatori
               e non sono per questo facilmente caratterizzabili tramite accertamenti forensi
               di laboratorio. Nella pratica operativa, tuttavia, la loro individuazione, sulla base
               delle indicazioni fornite dalla vittima, è solitamente piuttosto agevole, anche in
               presenza di quantità estremamente esigue del materiale fecale, ed è affidata,
               durante  l’ispezione  dei  reperti,  ad  un  esame  organolettico  (valutazione  delle
               caratteristiche  cromatiche,  morfologiche  e  dell’odore).  La  tipizzazione  del
               DNA dai reperti interessati da feci è invece solitamente piuttosto complessa, in
               particolare nei casi di tracce limitate, perché, pur essendo presente DNA in
               quantità elevata derivante dalle numerosissime cellule di sfaldamento degli epi-
               teli  dell’apparato  digerente,  la  composizione  complessa  e  così  eterogenea  di
               questo materiale rende molto difficoltoso il processo di recupero del DNA.
                     L’urina è il prodotto di scarto elaborato dai glomeruli renali, dopo il rias-
               sorbimento e la secrezione tubulare dei reni, ed eliminato attraverso l’uretere, la
               vescica e l’uretra. L’urina è composta per il 95% di acqua e per il resto di sali
               inorganici (soprattutto cloruri, fosfati e solfati) e di sostanze organiche tra cui
               principalmente urea, acido urico, creatinina, urobilinogeno e muco. Le princi-
               pali componenti solide vengono di solito complessivamente denominate come
               sedimento  urinario,  alla  cui  formazione  concorrono  composti  salini  precipitati,
               cellule epiteliali derivanti dallo sfaldamento della uretra e dell’uretere, cellule
               ematiche lisate in piccola quantità e proteine, soprattutto l’uromodulina o proteina
               di Tamm-Horsfall, aggregata nei cosiddetti corpi cilindrici .
                                                                   (24)
                     Dal punto di vista forense l’urina costituisce un materiale biologico piut-
               tosto infrequente e, soprattutto, scarsamente associabile alla commissione di
               uno specifico reato (frequenti sono gli scambi volontari di campioni di urina
               destinati alle analisi tossicologiche per le valutazioni di idoneità sportiva e di
               idoneità alla guida).


               (24)  I corpi cilindrici sono formazioni derivanti dalla proteina di Tamm-Horsfall (o uromodulina) che
                     gelifica all’interno del lume tubulare assumendone la forma. All’interno del gel proteico pos-
                     sono trovarsi emazie, cellule tubulari desquamate, leucociti.

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