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IL RUOLO DELLA BIOLOGIA E DELLA GENETICA FORENSE
                                NELL’ASSISTENZA ALLE VITTIME DI VIOLENZA



               sulla cute (solitamente sulle mani e sotto le unghie) e, infine, DNA libero, non
               presente all’interno di cellule.
                     Il sudore rappresenta, in molte circostanze, il mezzo di trasferimento e di
               deposito del contenuto cellulare di questo materiale biologico eterogeneo, e per
               questo, le tracce da contatto sono state spesso associate in maniera univoca al
               concetto di tracce di sudore .
                                          (16)
                     Tali tracce si vengono infatti a formare ogniqualvolta un soggetto tocca
               un altro soggetto e/o un oggetto, mediante un processo di trasferimento (tran-
               sfer) di materiali biologici di varia natura presenti sul suo corpo. Il trasferimento
               può  essere  di  natura  diretta  (primaria,  dal  soggetto  donatore  su  superfici  di
               oggetti e/o su sulla cute o sulle mucose di altri individui) o indiretta (secondaria,
               dal soggetto donatore su superfici di oggetti e/o su sulla cute o sulle mucose di
               altri individui per il tramite di un vettore intermedio che può essere un oggetto
               o un secondo soggetto).
                     A causa di una così vasta ed eterogenea possibilità di origine e di deposito
               è evidente che il materiale biologico generato per trasferimento costituisce una
               delle principali classi di tracce rilevabili su una grande vastità di reperti e in
               numerosi casi criminali, incluse le violenze sessuali e i maltrattamenti che, per
               loro intrinseca natura, sono sempre associate alle più svariate forme di contatto,
               spesso intense e traumatiche, che coinvolgono l’epidermide e gli organi genitali
               di vittima e aggressore. Le tracce che derivano dai contatti cutanei sono molto
               diffuse, per quanto spesso di complessa individuazione e analisi, soprattutto a
               causa della loro condizione di completa latenza (non mostrando alcun evidente
               contrasto cromatico con la superficie cui sono adese), della scarsa resistenza alla
               rimozione e della minore presenza di DNA. Per tali motivi cellule epiteliali in
               tracce  da  contatto  sono  rilevabili,  fornendo  profili  genetici  autosomici  utili
               all’identificazione personale, sia all’interno delle cavità vaginale (ma non rettale
               e orale), che su vari distretti cutanei prevalentemente entro le 12-24 ore dal con-
               tatto intimo.
                     Poiché, nella maggior parte delle azioni compiute durante le violenze ses-
               suali, oltre agli organi genitali e alla bocca, sono coinvolte le mani, e di estremo
               interesse in biologia forense sono proprio le dita, le unghie e gli spazi sub-
               ungueali, cioè quegli interstizi collocati tra la parte inferiore dell’unghia e il letto
               dell’unghia (la piccola porzione di pelle del dito su cui l’unghia poggia).

               (16)  In realtà, per maggiore correttezza, le tracce da contatto non si limitano al sudore che veicola
                     le cellule epiteliali di sfaldamento, ma includono qualsiasi fluido biologico trasferito per il tra-
                     mite delle superfici corporee (mani, viso, ecc. ): il termine “contatto” indica infatti non tanto
                     l’origine cellulare (o corporea) del DNA, quanto piuttosto una modalità di deposito, il tra-
                     sferimento, che appunto avviene per contatto.

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