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IL RUOLO DELLA BIOLOGIA E DELLA GENETICA FORENSE
                                NELL’ASSISTENZA ALLE VITTIME DI VIOLENZA



               l’emoglobina, e nella loro membrana plasmatica una proteina transmembrana-
               ria, la glicoforina A, entrambe estremamente utili alla caratterizzazione della
               loro natura biologica .
                                    (12)
                     D’altra parte sono invece i globuli bianchi, essendo dotati di nucleo cellulare
               e, quindi, di DNA nucleare, a rappresentare la principale (anche se non la sola)
               fonte di materiale genetico nel tessuto ematico da cui poter estrarre il DNA
               idoneo all’identificazione del donatore.
                     Un’ulteriore caratteristica di questo fluido biologico di particolare interes-
               se in biologia forense è anche l’estrema diffusione in ogni distretto corporeo,
               dai capillari a tutti i tessuti, ne favorisce un rilascio relativamente frequente e
               non solo in caso di azioni traumatiche estreme: laddove intervengano azioni
               traumatiche che provocano lesioni, ferite o anche semplici escoriazioni, diventa
               molto probabile osservare la fuoriuscita di questo fluido e, quindi, il deposito
               di tracce ematiche.
                     Per questo motivo, anche nei casi cui intervengano attività sessuali, asso-
               ciate a percosse e lesioni di ogni tipo, il sangue, in particolare della vittima,
               soprattutto se rinvenuto sul sospettato (ad esempio sul corpo o sugli indumen-
               ti) costituisce una fonte preziosa per un’indagine tecnica, in quanto estrema-
               mente  informativo  in  termini  di  identificazione  personale  e  di  solito  molto
               significativo come evidenza a carico del sospettato in quanto potenzialmente
               circostanziabile al fatto criminoso.
                     Le  tracce  ematiche,  contenendo  concentrazioni  di  DNA  stimate  tra  i
               20000-40000 ng/ml per il sangue allo stato liquido e tra i 250-500 ng/cm  per
                                                                                       2
               le tracce ematiche essiccate, rappresentano una fonte molto cospicua di mate-
               riale genetico, tanto rilevante che, anche nei casi in cui i fenomeni ambientali
               esterni possano alterare l’integrità delle biomolecole, la tipizzazione delle tracce
               molto spesso porta a profili genetici idonei all’identificazione del donatore.
                     ➣ Liquido seminale o sperma. Il liquido seminale rappresenta il fluido biolo-
               gico derivante unicamente e specificamente dagli organi riproduttivi maschili ed
               è pertanto univocamente associabile agli individui di sesso maschile.


               (12)  Ad oggi, infatti, tutti i test specifici per la caratterizzazione specifica delle tracce ematiche
                     sono basati sul riconoscimento immunologico di queste proteine. A questo riguardo va evi-
                     denziato che anche un’ulteriore molecola delle tracce ematiche, non proteica, l’eme (legante
                     uno ione Fe ) contenuta all’interno delle molecole di emoglobina e i suoi immediati prodotti
                              2 +
                     di ossidazione, l’emina e l’ematina (entrambe leganti uno ione Fe ), estremamente stabili e
                                                                       3 +
                     abbondanti,  vengono  abitualmente  impiegate  come  biomarcatori  per  la  caratterizzazione
                     orientativa del materiale ematico (un biomarcatore in biologia forense è una specie chimica
                     quanto più possibile specifica per un materiale biologico che, essendo idealmente presente
                     solo in esso, può essere impiegata come indicatore ragionevolmente affidabile della presenza
                     di quel materiale).
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