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IL RUOLO DELLA BIOLOGIA E DELLA GENETICA FORENSE
NELL’ASSISTENZA ALLE VITTIME DI VIOLENZA
infatti rilevate su prelievi effettuati in vagina (tamponi post-coitali), nel retto
(tamponi rettali), in bocca (tamponi orali) e sulla pelle (tamponi dermici) entro
un massimo di 48-72 ore dal rapporto (prevalentemente tamponi vaginali), seb-
bene la gran parte degli esiti di tipizzazione positivi si riscontri su tamponi
acquisiti entro le 24-48 ore (per tutti gli altri).
Per quanto il liquido seminale presenti caratteristiche biologiche così fun-
zionali alle indagini forensi e costituisca intuitivamente la tipologia di traccia più
associabile ad un reato di violenza sessuale e, pertanto, quella dotata forse della
maggiore e più significativa valenza investigativa e probatoria, non sempre essa
si riscontra in tali fattispecie criminose. Ciò è dovuto a diverse circostanze . In
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tutte queste situazioni, tutt’altro che infrequenti, dovranno essere ricercate altre
tipologie di materiali biologici come saliva, sangue, materiale fecale, fluidi vagi-
nali e, sebbene con una minore probabilità di successo analitico, tracce da con-
tatto.
➣ Saliva. Le tracce di origine salivare, come il materiale ematico, presenta-
no una diffusione estremamente ampia su una varietà di reperti e in svariate fat-
tispecie criminose. A differenza delle tracce ematiche e soprattutto di quelle
spermatiche, la saliva mostra un minor grado di associazione a una specifica
attività e, di conseguenza, anche a una specifica condotta criminosa. Quantità
più o meno rilevanti di saliva vengono, infatti, rilasciate, sia in ambiente dome-
stico che lavorativo, a seguito di consuete azioni quotidiane e su un numero
indefinito di oggetti senza che vi sia alcuna associazione alla commissione di un
reato. Nei reati di violenza sessuale le tracce salivari della vittima o dell’aggres-
sore, spesso in mistura tra loro o con altre tracce biologiche, risultano molto
diffuse a seguito di baci, effusioni e rapporti orali sul corpo della vittima, del
sospettato e su oggetti utilizzati per consumare una violenza o comunque pre-
senti sulla scena del crimine (bicchieri, mozziconi di sigaretta, ecc.), utili ad
acclarare la presenza di vittima e/o sospettato.
La saliva è un liquido costituito circa per il 99.5% del suo volume da acqua
e per lo 0.5% da sostanze in essa disciolte, tra cui proteine, frammenti cellulari
(13) Tra cui, le più comuni:
- è avvenuta una violenza sessuale penetrativa (vaginale, orale o rettale) in cui, tuttavia, non
vi è stata emissione di liquido seminale in quantità tali da poter essere rilevato, come nei casi
in cui l’aggressore utilizzi un preservativo (che poi rimuove dalla scena del crimine), oppure
in situazioni patologiche caratterizzate dall’assenza completa di eiaculazione (aneiaculazione)
o dall’assenza di emissione di sperma durante l’eiaculazione (aspermia);
- la violenza è stata perpetrata dall’aggressore non utilizzando il pene, ma altre parti del corpo
(dita, mani, ecc.);
- la violenza è stata perpetrata tramite l’utilizzo di oggetti (falli finti, oggetti di comune uso
domestico, come manici o bastoni, ecc.).
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