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INSERTO
In questi spazi angusti e ridotti, grazie all’azione abrasiva dell’unghia spe-
cialmente durante le azioni traumatiche , all’azione protettiva degli spazi stes-
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si e alla possibilità che il deposito riguardi fluidi biologici ricchi di DNA
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(come sperma, saliva o fluidi vaginali), si accumula materiale biologico della vit-
tima e/o dell’aggressore. Tali tracce sono definite dalla letteratura scientifica
come materiale sub-ungueale .
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Per quanto estremamente diffuse come tracce su una gran quantità e tipo-
logia di reperti e, in molte circostanze, utili all’identificazione degli individui con
cui una persona può essere entrata in contatto, il materiale da contatto risulta
caratterizzato da una indubbia complessità analitica dovuta a svariati fattori tec-
nici e circostanziali , inclusa la difficolta di contestualizzarle o meno allo spe-
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cifico contesto delittuoso . Ciò si ripercuote inevitabilmente sugli aspetti
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interpretativi e valutativi dei risultati dell’indagine tecnica e, quindi, sul loro
significato informativo e sulla loro valenza probatoria.
La questione della difficoltà di contestualizzazione di queste tracce legata
principalmente alla impossibilità di determinare, con metodo scientifico atten-
dibile, il tempo, le modalità e le circostanze in cui è avvenuto il rilascio, e
comunque valida per qualsiasi traccia forense, assume, nel caso delle tracce da
contatto, una delicatezza ancora maggiore. In queste tracce, più che in altre, sus-
sistono infatti numerose variabili di carattere fisiologico-individuale (caratteri-
stiche di sudorazione dell’individuo, abitudini personali, igiene personale, quan-
tità di DNA depositato) e circostanziale (superfici di deposito, persistenza su
(17) La vittima, ad esempio, per difendersi e per opporre resistenza, istintivamente utilizza le
mani e spesso fa più o meno volontariamente uso anche delle proprie unghie nei confronti
dell’aggressore.
(18) Che proteggono il materiale biologico qui depositato dall’asportazione (anche mediante
lavaggio delle mani).
(19) La rilevanza dei materiali sub-ungueali è legata anche al fatto che contatti accidentali o con-
tatti con materiali biologici esigui, tipici delle abitudini personali quotidiane, non determina-
no di solito accumuli consistenti di DNA esogeno sotto le unghie, portando quindi a rinve-
nire piuttosto raramente DNA estraneo a seguito dei consueti rapporti interpersonali.
(20) Tra cui: quantità, spesso limitate, di DNA depositato, talvolta in condizioni di degradazione
e, pertanto di difficile tipizzazione genetica; presenza di commistioni di materiali biologici
solitamente da più individui che possono essersi accumulati a seguito del reato, ma anche in
conseguenza dei contatti precedenti o successivi; impossibilità pratica di poter caratterizzare
in maniera affidabile la natura di questa categoria di tracce a causa sia dell’assenza di marca-
tori biologici specifici e selettivi e, conseguentemente, dell’assenza, nei laboratori di biologia
forense, di affidabili test attualmente disponibili per la caratterizzazione della loro natura.
(21) Contestualizzare significa valutare quanto la traccia possa essere correlata al fatto in questione
ipotizzando ragionevolmente modalità e circostanze in cui potrebbe essere avvenuto il depo-
sito del materiale biologico. Si pensi al caso, piuttosto comune, in cui sul corpo, sugli indu-
menti e negli ambienti di pertinenza di una vittima di violenza o maltrattamento si rinvenga-
no materiali da contatto dovuti alle precedenti frequentazioni e ai comuni rapporti relazionali
interpersonali che evidentemente nulla rilevano con la commissione del crimine.
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