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                                             STUDI MILITARI



               si trovavano in quel porto festeggiarono l’avvenimento accendendo le luci, i
               proiettori e sparando i razzi da segnalazione (111) .
                    La mattina del 15 agosto il caccia alle 07:20 uscì in mare per il quotidiano
               pianificato ciclo addestrativo a favore degli aerei britannici ma mezz’ora dopo
               il comandante Tani ricevette l’ordine di rientrare a Colombo perché quel giorno
               il Sol Levante si era arreso. Nei giorni successivi vi furono le celebrazioni della
               vittoria e il Carabiniere uscì in mare solo il 20 agosto per dare assistenza alla por-
               taerei di scorta britannica Searcher che doveva far decollare alcuni velivoli, dopo-
               diché il caccia rimase nel porto per prepararsi al lungo viaggio per rientrare in
               Italia, che iniziò il 28 settembre (112) . Durante la navigazione il Carabiniere sostò
               anche nel Gran Lago Amaro affiancandosi alla corazzata Vittorio Veneto e il 24
               ottobre il caccia dette fondo a Taranto sbarcandovi alcune decine di prigionieri
               di guerra italiani che aveva portato dall’Oriente (113) .
                    Con il rientro da questa lunga permanenza nell’Oceano Indiano terminava
               la partecipazione del Carabiniere alla Seconda guerra mondiale nel corso della
               quale dal 10 giugno 1940 all’8 settembre 1943 aveva effettuato ben centocin-
               quantanove missioni per la protezione di convogli mercantili, per la scorta alle
               unità da guerra maggiori, per la posa di mine, per trasferimenti, per la caccia
               antisommergibile, per bombardamenti contro costa, per esplorazione, per eser-
               citazioni,  per  trasporto  materiali  e  truppe,  percorrendo  complessivamente
               53.700 miglia per 2.883 ore di moto e rimase inutilizzato per lavori e riparazioni
               avarie per trecentosettantacinque giorni. Durante il periodo della cobelligeranza
               e fino alla resa della Germania l’8 maggio 1945 compì altre sei missioni, delle
               quali tre per trasferimenti e altrettante per esercitazioni, navigando per 2.321
               miglia per centoquaranta ore di moto alle quali va sommata la lunga missione
               che svolse nell’Oceano Indiano dalla quale, come prima riportato, rientrò il 24
               ottobre 1945 (114) . Il Carabiniere, in seguito al Trattato di Pace di Parigi del 1947,
               rimase come il gemello Granatiere all’Italia la cui Marina, dopo l’esito del refe-
               rendum  istituzionale  del  2  giugno  1946,  aveva  cambiato  denominazione  da
               Regia Marina a Marina Militare (115) .
               (111) Ivi, Statini dell’attività bellica delle navi, busta 8, fascicolo 9: “R.C.T. Carabiniere. Diario di guer-
                    ra”, annotazione del 10 agosto 1945.
               (112) Ivi, annotazioni dal 15 agosto al 28 settembre 1945.
               (113) Ivi, annotazioni dal 29 settembre al 24 ottobre 1945.
               (114) GIUSEPPE FIORAVANZO,  PAOLO MARIO POLLINA,  GIOVANNI RICCARDI,  FRANCESCO
                    GNIFETTI, I cacciatorpediniere italiani 1900-1971, cit., pag. 292.
               (115) In conto riparazione danni di guerra furono infatti cedute parecchie unità ai Paesi vincitori
                    e,  dei  superstiti  cacciatorpediniere  della  classe  alla  quale  apparteneva  il  Carabiniere,  alla
                    Francia vennero assegnati il Legionario, il Mitragliere e il Velite che furono ribattezzati rispetti-
                    vamente  Duchaffault,  Jurien  de  La  Gravière  e  Duperré,  e  all’Unione  Sovietica  l’Artigliere  (già
                    Camicia Nera) e il Fuciliere, il primo dei quali cambiò denominazione ben cinque volte perché
                    fu chiamato Neulovimyi, Bezposhchadnyi, Lovkyi, CL-58 e infine KWN-II e il secondo quattro:
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