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                                             STUDI MILITARI



               leggero  Attilio  Regolo .  Alle  06:50  del  10  settembre  il  capitano  di  fregata
                                    (99)
               Bongioanni fece gettare in mare alcune cassette zavorrate che contenevano i
               documenti e le pubblicazioni classificate del caccia; alle 07:52 le navi italiane
               segnalarono  la  propria  nazionalità  al  semaforo  della  Mole  di  Minorca  e  alle
               12:00 si ormeggiarono nel vicino Port Mahon dove sbarcarono nel locale ospe-
               dale complessivamente circa cinquecento uomini della corazzata Roma  (100) .




















                Le unità italiane rimaste internate dopo l’armistizio a Port Mahon nell’Isola di Minorca ormeggiate affian-
                cate. Da sinistra si riconoscono l’incrociatore leggero Attilio Regolo e i caccia Mitragliere, Carabiniere e Fuciliere
                                 (Fototeca dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Roma)
                    Il governo spagnolo internò queste navi fino al 15 gennaio 1945, quando
               esse lasciarono Port Mahon insieme alla torpediniera Orsa per rimpatriare (101) .
                    Dopo una breve sosta ad Algeri, le navi giunsero in Italia e il Carabiniere si
               ormeggiò a Taranto il 23 gennaio; il giorno successivo l’unità andò ai lavori, che
               sarebbero proseguiti fino al 2 maggio seguente e che avrebbero riguardato anche
               la sostituzione del radar italiano “Gufo” con uno di produzione britannica (102) .
                    Mentre il caccia era in Spagna il 13 ottobre 1943 il cosiddetto Regno del
               Sud  con  Vittorio  Emanuele  III  aveva  formalmente  dichiarato  guerra  alla
               Germania ed era iniziata la cobelligeranza a fianco degli alleati.
               (99)  Ivi, Statini dell’attività bellica delle navi, busta 8, fascicolo 9: “R.C.T. Carabiniere. Diario di guer-
                    ra”, annotazione del 9 settembre 1943. La Libra e l’Orione, le altre due torpediniere inviate
                    a soccorrere i superstiti della Roma, a causa dell’irregolare funzionamento dei loro apparati
                    motori rimasero indietro e si diressero successivamente a Bona.
               (100) Ivi, annotazione del 10 settembre 1943. I comandanti dell’Impetuoso e della Pegaso, dopo
                    aver messo a terra i sopravvissuti della Roma e i propri equipaggi, per evitare l’internamento
                    la  mattina  dell’11  settembre  fecero  autoaffondare  le  due  unità  nelle  acque  dell’Isola  di
                    Maiorca,  vedi  PAOLO MARIO POLLINA,  Le  torpediniere  italiane  1881-1964,  Roma,  Ufficio
                    Storico della Marina Militare, 1974, pagg. 326, 330, 350, 363.
               (101) ELIO ANDÒ, ERMINIO BAGNASCO, Navi e marinai italiani nella Seconda Guerra Mondiale, cit., pag. 308.
               (102) ERMINIO BAGNASCO, In guerra sul mare, Parma, Albertelli, 2005, pag. 440; AUSMM, Statini
                    dell’attività bellica delle navi, busta 8, fascicolo 9: “R.C.T. Carabiniere. Diario di guerra”, anno-
                    tazioni dal 15 gennaio al 2 maggio 1945.
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