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                  LE NAVI DELLA REGIA MARINA E DELLA MARINA MILITARE CON IL NOME CARABINIERE
























                        Il caccia Carabiniere al rientro in Italia dopo la sua permanenza nell’Oceano Indiano
                                    (Fototeca dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Roma)

                       Il  4  aprile  1949  l’Italia  entrò  a  far  parte  della  NATO  e  anche  nel
                  Mediterraneo cominciò a crearsi quella tensione fra i Paesi dell’Europa occiden-
                  tale appartenenti a questa alleanza e quelli del blocco sovietico.
                       Le limitazioni negli armamenti imposte all’Italia con il Trattato di Pace
                  cominciarono così ad attenuarsi e la Marina Militare, per fronteggiare la nuova
                  situazione, ebbe la possibilità di far entrare in servizio altre navi e di rimoder-
                  nare alcune di quelle che avevano combattuto durante la Seconda guerra mon-
                  diale adattandole agli eventuali futuri scenari operativi.






















                          Il Carabiniere mentre sta attraversando il Canale Navigabile di Taranto nel 1947
                                    (Fototeca dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Roma)

                       Nastoitchivyi, Byedovyi, Legkyi e CL-57, vedi GIOVANNI BERNARDI, La Marina, gli armistizi e il
                       trattato di pace (settembre 1943-dicembre 1951), Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1979,
                       pagg. 384-385, 401; AUSMM, Fondo Santoni, busta 156: “Situazione del naviglio italiano dopo
                       la proclamazione dell’Armistizio”.
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