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                                             STUDI MILITARI



                    Questo fu il caso dei due caccia della classe “Soldati” restati alla Marina
               Militare e il primo che venne sottoposto ai lavori fu il Granatiere dall’aprile del
               1950  al  marzo  del  1952,  dopodiché  fu  la  volta  del  Carabiniere  che  li  iniziò
               nell’Arsenale Militare Marittimo di Taranto nel febbraio del 1953 e li completò
               nell’aprile del 1955.
                    La silhouette delle due unità risultò parecchio cambiata perché fu allungato
               di circa 13 metri il ponte di castello verso poppa, lavoro che comportò l’innal-
               zamento delle murate e anche la struttura che ospitava la plancia venne pesan-
               temente modificata creandovi la COC (acronimo della Centrale Operativa di
               Combattimento) che era simile alla CIC (Central Information Combat) già presente
               sulle navi da guerra statunitensi durante la Seconda guerra mondiale.















                Il profilo del cacciatorpediniere Carabiniere dopo essere stato sottoposto ai grandi lavori fra il
                1953 e il 1955
                                 (Fototeca dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Roma)
                    Nella COC allora come oggi convergevano le informazioni provenienti da
               tutti i sensori (come l’ecogoniomentro e il radar) che erano riportate grafica-
               mente su un tavolo tattico navale (identificato con la sigla TTN) e su uno scher-
               mo trasparente sul quale era rappresentata la situazione aerea generale (abbre-
               viato in TSAG). Inoltre nella COC erano collocate apparecchiature elettroniche
               ed elettromeccaniche per la scoperta e l’attacco ai battelli subacquei.
                    Anche l’armamento era stato riconfigurato su tre cannoni da 120 millime-
               tri in un paio di impianti scudati, dei quali uno singolo sul castello e uno binato
               sulla tuga a poppa, sei mitragliere Bofors da 40 millimetri in tre complessi binati
               a poppavia del fumaiolo e sul casotto centrale, un paio di lanciabombe modello
               M a poppavia dell’albero poppiero e due tramogge all’estrema poppa di tipo
               tedesco in grado ognuna di rilasciare quattro bombe torpedini da getto.
                    A bordo venne installato un ecogoniometro statunitense QGB, un radar
               per la navigazione e la scoperta di superficie e un secondo radar per la scoperta
               aeronavale AN/SPS6   (116) .

               (116) Notiziario, in Rivista Marittima, XCVIII (1965), 3, pag. 104.
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