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                                   I CARABINIERI, LO SBARCO ALLEATO IN SICILIA
                          E L’ALLIED MILITARY GOVERNMENT OF OCCUPIED TERRITORIES



                       Alla luce dell’insediamento della Commissione Alleata di Controllo (ACC)
                  in data 1° novembre con lo scopo di dare il via al graduale trasferimento del ter-
                  ritorio italiano occupato e liberato dal Regime fascista, competeva all’Ufficio
                  Affari  Civili  dell’AMGOT  di  porre  in  essere  le  decisioni  della  superiore
                  Commissione che prevedevano nei territori riconsegnati al Governo del Re un
                  organico di ottomila Carabinieri e di seicento Vice Brigadieri. Pertanto, “vista
                  la necessità di organizzare un Battaglione d’Istruzione per l’addestramento dei
                  carabinieri ausiliari per aumentare i servizi attuali, in virtù dei poteri conferitimi,
                  io, Charles Poletti, Tenente Colonnello, Ufficiale Capo degli Affari Civili della
                  Sicilia ORDINO:
                       1. in  base  all’autorità  già  conferitagli,  il  generale  Ernesto  Sannino,
                  Comandante dei RRCC della Sicilia, dovrà incominciare immediatamente l’or-
                  ganizzazione di un Battaglione d’Istruzione per l’addestramento dei carabinieri
                  ausiliari per aumentare i servizi attuali;
                       2. i dettagli del progetto per essere approvati dovranno essere presentati al
                  Capo Divisione di Pubblica Sicurezza, Regione I, Governo Militare Alleato” .
                                                                                            (34)
                       Il  progetto  dettagliato  dell’esecuzione  dell’Ordine  n.  21  sarebbe  stato
                  gerarchicamente sottoposto al Capo di Pubblica Sicurezza dell’AMGOT per la
                  Regione I della Sicilia.
                       Con questi due Ordini si può senza dubbio dire che i Carabinieri Reali di
                  Sicilia ritornavano a riappropriarsi del loro compito d’istituto consistente nel
                  presidiare capillarmente il territorio e nel contrastare efficacemente la crimina-
                  lità nel nome delle leggi dello Stato. Quando l’11 febbraio del 1944 la Sicilia
                  ritornerà a far parte della Patria italiana allora anche i Carabinieri Reali della
                  Sicilia ritorneranno nella comune famiglia dell’Arma accolti dal Comandante
                  Generale Giuseppe Pieche.
                       In un modo o nell’altro, i Reali Carabinieri erano stati il volto dello Stato
                  italiano quando lo Stato italiano non esisteva più in Sicilia. Al suo ritorno, saran-
                  no pronti per scrivere nell’isola nuove pagine di fedeltà all’unità della Patria e
                  all’indissolubilità della nazione. Queste pagine saranno ancora bagnate dal san-
                  gue  di  numerosi  Carabinieri  che  non  arretreranno  dinanzi  alla  ferocia  delle
                  imboscate organizzate dal banditismo del secondo dopoguerra. Ma questa sarà
                  un’altra  storia:  un’altra  storia,  comunque,  strettamente  connessa  al  versante
                  dell’indipendentismo armato rispetto a quella che si è fin qui esaminata.
                       La storia che in queste pagine si è presa in considerazione ha voluto met-
                  tere  in  luce  la  criticità  degli  eventi  che  coinvolsero  in  Sicilia  l’Arma  dei
                  Carabinieri Reali (per un periodo di circa sei mesi) all’interno della complessità
                  del quadro militare e politico nazionale e internazionale.

                  (34)  Ivi, pagg. 26-27.
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